Fassino con l'acqua alla gola. Ballottaggio da brividi con M5S

Il sindaco Pd sperava di passare al primo turno ma dovrà sfidare la grillina Appendino. Flop del centrodestra

Fassino con l'acqua alla gola. Ballottaggio da brividi con M5S

Il colpo del ko non riesce. Anzi, Piero Fassino vince ma deve assistere all’irresistibile ascesa dei 5 stelle. Chiara Appendino, il volto grillino sotto la Mole, sfiora negli exit poll il 30 per cento. E sale vertiginosamente nelle prime proiezioni, fino a ridurre il distacco a 4,9 punti, 40,9 contro 36 per cento, nella seconda proiezione Rai (su un campione del 10 per cento). Un soffio. Un successo clamoroso e insperato che la proietta come un missile verso un ballottaggio che si annuncia combattutissimo.

Torino si presenta dunque come un rebus e come banco di prova del nuovo bipolarismo all’italiana: sinistra contro 5 stelle. Con la destra fuori dai giochi. La prima proiezione di La7 è addirittura da brividi: Fassino sarebbe al 35,9 per cento, l’Appendino lo tallonerebbe al 35,3. Siamo ai decimali. Con tutti gli altri candidati lontanissimi. Nelle successive schermate, Fassino guadagna di nuovo qualcosa, ma il margine non supera i 5 punti: 38,9 contro 34,2 per La7 ( su un campione del 22 per cento).

Torino bipolare, dunque. A dispetto della frammentazione delle liste. La scheda consegnata ai cittadini è lunga come un libro: 17 nomi. E, per non farsi mancare niente, il centrodestra è diviso in tre. Una cascata di candidati, ma la partita di Torino è tutta nella sfida fra il sindaco uscente Piero Fassino e Chiara Appendino. Fassino sperava di passare al primo turno, ma la soglia del 50 per cento resta un miraggio. E la lotteria del ballottaggio è sempre imprevedibile, anzi spesso ribalta le previsioni. Fassino vota alle 10 del mattino al seggio della scuola media Ugo Fascolo. «Mi auguro - afferma il primo cittadino in veste istituzionale - che tanti cittadini votino». Più smart l’Appendino che si presenta al seggio spingendo il passeggino con la piccola figlia Sara e si affida alla rete: «Buon voto a tutti».

La giornata scorre tranquilla. Poi finalmente arrivano gli exit poll: Fassino non ce la fa, Appendino ha interpretato l’insoddisfazione dei più giovani, la voglia di nuovo contro il «vecchio » sindaco che a Torino era già consigliere comunale nel lontanissimo 1975 all’epoca della prima giunta di sinistra guidata da Diego Novelli. Negli ultimi giorni il divario fra Fassino e Appendino era valutato dai sondaggisti in 15-20 punti. Con il sindaco ben oltre il 40 per cento e la rivale inchiodata al 25 per cento. Così Fassino, pur insidiato a sinistra dalla candidatura importante di Giorgio Airaudo, speculare a quella di Stefano Fassina a Roma, coltivava il sogno nemmeno tanto proibito di chiudere il match al primo round. Qualcosa è scattato nell’elettorato: la forbice si è progressivamente chiusa, Appendino, assai diversa dalla romana Virginia Raggi, parla il linguaggio della Torino bene. Adattandolo alle torsioni dei 5 stelle. E con le difficoltà della destra ha capitalizzato il voto di opposizione alla giunta uscente.

Ora il duello si fa durissimo. All’ultimo voto. Una vittoria della Raggi lancerebbe i Cinque stelle, ma un successo dell’Appendino sarebbe un vero terremoto. E aprirebbe una crisi gravissima dalle parti del Pd. «Noi abbiamo fatto quello che potevamo - spiega al Giornale Osvaldo Napoli di Forza Italia - il centrodestra era diviso e il partito spaccato». La Lega traina il candidato Alberto Morano, accreditato di un pacchetto di voti compreso fra l’8 e il 10 per cento.

Più indietro Napoli, intorno al 4 per cento, e il centrista Roberto Rosso che viaggerebbe fra il 3,5 e il 5%. Briciole. Ora comincia la caccia al voto dei moderati. E a quello di Airaudo che sfiora il 5 per cento. Decisivo per un ballottaggio che potrebbe risolversi al fotofini

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