Accoltella assieme ai figli adolescenti l'amante dalla moglie. Il primo colpo a Ferdinando D'Antuono, 45 anni, attore e regista indipendente di Castellamare di Stabia, lo sferra il ragazzino di 13 anni al braccio sinistro. Poi arriva un secondo fendente al fianco sinistro da parte del fratello 12enne, infine il terzo da parte del padre, Domenico Di Pierro, 50 anni appena compiuti, alla spalla destra.
A scoprire la relazione extraconiugale e a decidere la spedizione punitiva sotto casa della vittima è il 50enne assieme ai due figli. Un affare di famiglia, insomma, che si consuma nell'androne del condominio di via Pietro Carrese 17 dove l'attore abita, venerdì sera. A ricostruire la drammatica vicenda i carabinieri di Castellamare, arrivati con il nucleo radiomobile all'ospedale San Leonardo alle 21,30. Al pronto soccorso c'è un uomo ferito a colpi di coltello. È cosciente D'Antuono, e mentre i sanitari suturano le ferite, lui racconta tutto ai militari. «Rientravo a casa, saranno state le 21. Non li ho visti subito. Mi hanno chiamato, li ho riconosciuti immediatamente. Subito dopo abbiamo iniziato a discutere. Loro mi accusavano di avere una relazione con la donna, madre dei due ragazzi e moglie dell'uomo. Improvvisamente hanno estratto le lame». D'Antuono prova a difendersi, ma i tre lo circondano prima di colpirlo a turno con i coltelli a serramanico. Mentre è a terra il poveretto viene anche preso a calci e pugni. Subito dopo l'agguato i tre fuggono verso casa, a Torre Annunziata dove vive la famiglia. Una storia agghiacciante.
Un matrimonio in crisi da tempo quello fra Di Pierro e la bella moglie 40enne, la separazione imminente e la decisione di farla pagare alla persona che padre e figli ritengono responsabile di tutto questo. D'Antuono, attore, regista e produttore dilettante, tra le altre cose ha partecipato al Napoli Film Festival e ha al suo attivo numerosi spettacoli teatrali e cortometraggi. Proprio in quest'ambito sarebbe nata la relazione con la donna, anche lei artista e attrice in ambito locale.
Incensurato, operaio, invece, Di Pierro. Una persona pacifica, raccontano i vicini. Gli stessi investigatori non capiscono come abbia potuto aggredire, armi alla mano, il suo rivale. Su di lui grava l'accusa più grave, quella di aver aizzato i figli, quasi 14enne il maggiore, contro D'Antuono. Fermati e portati tutti in caserma, i Di Pierro (i ragazzini davanti al giudice per i minori) si sarebbero difesi dicendo che la vittima era, secondo loro, la principale causa del fallimento del matrimonio. L'uomo, accusato dalla Procura di Torre Annunziata di lesioni personali aggravate e porto abusivo di arma da taglio, è stato rimesso in libertà. I due figli, minori di 14 anni, non sono imputabili (il più grande compirà 14 anni il 4 dicembre). Sotto choc la madre alla notizia dell'aggressione da parte anche dei ragazzi.
Domattina la decisione del gip, nel corso dell'interrogatorio di
garanzia, su un eventuale ordinanza di custodia cautelare per l'uomo. D'Antuono è ricoverato in osservazione con una prognosi di 40 giorni. Proprio la non gravità delle lesioni avrebbe escluso l'ipotesi del tentato omicidio.
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