Ferragosto di fuoco per il Pd: direzione dem rinviata tre volte

Acque agitate nel Partito democratico in questo ferragosto: Enrico Letta è impegnato in un difficile risiko per la composizione delle liste

Ferragosto di fuoco per il Pd: direzione dem rinviata tre volte

Enrico Letta non dimenticherà facilmente questo ferragosto 2022. Il segretario dem è alle prese con le liste da presentare prima della scadenza e ha da risolvere diversi problemi che stanno agitando le acque del Partito democratico. La direzione dem, convocata in extremis il 15 agosto è stata rinviata tre volte: prevista inizialmente alle 11, rinviata alle 15, poi alle 20 e, infine, alle 21.30.

Enrico Letta sarà costretto a una maratona notturna con i suoi, che si preannuncia tesa, visto che risente della competizione sui posti da spartirsi anche con gli alleati. E considerando anche la riduzione dei parlamentari, è evidente che nelle liste del Pd ci saranno anche degli esclusi eccellenti. Il Nazareno cerca di tranquillizzare: "Nessuna tensione, ma solo fisiologiche discussioni. Siamo un partito". Certo, per la deadline del 22 agosto manca ancora un po' ed Enrico Letta avrebbe ancora qualche giorno, ma le prime voci che circolano non piacciono a tutti e certe questioni è sempre meglio risolverle per tempo. Nel centrosinistra devono recuperare qualche seggio, visto il vantaggio importante del centrodestra e così, nei piani di Enrico Letta, sembra esserci la sua corsa a Vicenza per insidiare la Lega nel suo storico feudo, facendo leva sul suo nome, più forte di quello degli altri candidati. Ma sembra che nel piano ci sia anche la candidatura di Roberto Speranza di Leu e di Nicola Fratoianni di Sinistra italiana in Toscana, tra i collegi blindati della sinistra.

Tuttavia, è la lista degli esclusi ad agitare le acque. I cattolici democratici non nascondono un certo nervosismo di fronte alla probabile assenza del costituzionalista Stefano Ceccanti. "Stupisce che le competenze di Ceccanti non siano riconosciute e valorizzate dal Pd, così si mette a rischio anche il voto del cattolicesimo democratico e riformista", ha dichiarato il gesuita e politologo Francesco Occhetta. C'è confusione anche sul nome di Pier Ferdinando Casini, che potrebbe essere schierato dal Pd a Bologna, altro feudo quasi sicuro della sinistra. Più agguerrita la comunità lgbt sul caso di Monica Cirinnà, senatrice paladina dei diritti, tema su cui il partito ha scommesso, ma che sembra non voler più scommettere su di lei.

"Le è stato proposto a Roma un collegio uninominale perdente", rivela Franco Grillini, che poi aggiunge: "Non averla nel prossimo Parlamento sarebbe un danno gravissimo per i diritti e le libertà di tutti. La destra sarà contenta".

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