All'apparenza un nonnulla o poco più. Un taglietto al sopracciglio e una ferita di due centimetri alla tibia destra. Eppure è così che sabato sera intorno alle 22 è morto, dissanguato, sul divano della casa della compagna, Edoardo Giovanbattista Austoni, 52 anni, uno dei sei figli del più noto padre Edoardo che negli anni '90 aveva creato la propria fortuna di pioniere nella cura delle disfunzioni erettili maschili come primario di urologia e andrologia all'ospedale San Giuseppe e alla clinica privata di via Dezza.
Una fine, quella del figlio, che per ora e fino agli esiti dell'autopsia, prevista per i prossimi giorni, resta un vero e proprio rompicapo e che ha richiesto l'intervento della squadra mobile nell'appartamento della donna in via Ameglio, a Quarto Oggiaro. Gli investigatori della sezione Omicidi, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia, sono arrivati poco dopo il medico legale chiamato dai soccorritori del 118 dopo quella singolare morte. La compagna del 52enne ha raccontato così alla polizia che Austoni era uscito per andare a prendere alcune birre da bere insieme. Al suo rientro perdeva già sangue da una gamba e aveva un taglio al sopracciglio. E sarebbe stato proprio lui, in preda all'ansia, a chiedere di chiamare un'ambulanza.
«Sanguinava parecchio, così gli ho chiesto se per caso lo avesse aggredito in strada - ha spiegato la donna agli investigatori -, ma lui continuava a dire di essere semplicemente caduto mentre rincasava. Poi però ha perso i sensi e non si è più ripreso nemmeno dopo l'intervento dei soccorritori». L'uomo infatti è morto nonostante i tentativi di rianimazione del personale del 118.
Nella notte gli esperti della Scientifica hanno rinvenuto nella strada accanto all'abitazione della fidanzata del morto cocci di bottiglia e tracce di sangue, materiale che verrà analizzato e sul quale, esiti dell'autopsia alla mano, tra qualche giorno si potrà ragionare. Sul cadavere di Edoardo Giovanbattista Austoni non ci sarebbero infatti altri segni evidenti che possano far pensare a qualcosa di diverso di una morte accidentale, anche se, è indubbio che la vicenda presenta delle anomalie.
Il 52enne, che viveva di sussidi con una compagna badante di anziani in difficoltà, da un po' si era allontanato dalla famiglia d'origine entrata nel cono della notorietà diciotto anni fa. Occhio ceruleo, capelli radi e grigi pettinati all'indietro, suo padre, il primario Edoardo Austoni, nel novembre del 2006 venne ferito a un braccio e alle gambe all'esterno della clinica privata di via Dezza. Sei colpi di pistola con l'obiettivo non tanto di ucciderlo, ma di lanciargli un avvertimento. «Sto subendo minacce e intimidazioni da tempo...», dichiarerà dal letto dell'ospedale il medico agli inquirenti. E in un primo tempo si penserà alla vendetta di un paziente insoddisfatto contro colui che era considerato l'inventore del «lifting del sesso», una sorta di eterna giovinezza per gli over 60. Un altro scenario preso in esame all'epoca furono le storie sentimentali che gli venivano attribuite. Poco dopo, però, il primario passò improvvisamente da vittima a indiziato.
E nel marzo 2007 finì ai domiciliari per concussione nei confronti di numerosi pazienti del San Giuseppe. Condannato a sei mesi in primo grado il medico, che continuò a professare la sua innocenza, morì poi nel settembre 2012, alla vigilia del giudizio di appello.
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