Firme false pure a Bologna? Indagati quattro grillini

Dopo Palermo, scoppia anche a Bologna un caso M5S-firme false

Firme false pure a Bologna? Indagati quattro grillini

Dopo Palermo, scoppia anche a Bologna un caso M5S-firme false. La procura indaga quattro persone nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nelle modalità di raccolta delle firme per le liste circoscrizionali del Movimento 5 Stelle dei candidati alle elezioni regionali in Emilia Romagna del 2014. Il reato ipotizzato si riferisce all'articolo 90 del Dpr 570/1960, ovvero il testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali. Iscritti sul registro degli indagati sono un esponente locale del Movimento 5 Stelle, un attivista e due addetti alla raccolta delle firme. L'inchiesta era nata da un esposto presentato da due ex militanti grillini del paese montano di Monzuno.

Nei confronti dei quattro indagati, tra cui risulterebbe anche il consigliere M5S Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio comunale di Bologna, la Procura ipotizza irregolarità nella raccolta e nella certificazione delle firme ( al momento non sono contestate firme false) per la presentazione dei candidati alle elezioni regionali del novembre 2014. Sarebbe contestato di aver autenticato firme non apposte in loro presenza oppure in un luogo diverso rispetto al requisito della territorialità o in mancanza della qualità di pubblico ufficiale.

A Palermo sentite 400 persone

Intanto a Palermo, sarà depositata questa mattina in Procura l'informativa della Digos sugli accertamenti svolti in questo mese nell'ambito delle indagini sulle firme false del M5S alle amministrative del 2012 di Palermo. La Digos della Questura di Palermo è stata delegata dal Procuratore aggiunto Dino Petralia, che coordina l'inchiesta, con la pm Claudia Ferrari, a svolgere l'indagine. In queste settimane sono state ascoltate oltre 400 persone per riconoscere le firme depositate dai grillini per partecipare alle comunali di quattro anni fa. Ma centinaia hanno fatto mettere a verbale che le firme depositate non fossero loro. Addirittura, in alcuni casi, come quello del genero di Paolo Borsellino, Fabio Trizzino, è stato messo a verbale di non avere mai firmato per le amministrative ma per il referendum sull'acqua pubblica.

Sono almeno una decina le persone indagate, tra cui i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, che si sono autosospesi, e alcuni deputati nazionali, che però al momento sono ancora al loro posto. Gli interrogatori dovrebbero iniziare nel weekend, tra cui proprio i deputati Riccardo Nuti e Claudia Mannino.

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