Il folle sfogo del "Motosega": "La gente è spietata"

Il vittimismo di uno dei "Borderline", che uccisero un bimbo di 5 anni per una sfida social

Il folle sfogo del "Motosega": "La gente è spietata"
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Vito Loiacono detto «Motosega», torna ancora una volta sui social. Per lamentarsi. A un mese dal drammatico incidente di Casalpalocco fra il gruppo di youtuber «The Borderline» a bordo di un suv Lamborghini Urus e una Smart Forfour in cui ha perso la vita il piccolo Manuel Proietti, 5 anni, Loiacono aveva postato un video in cui canta spensierato con accanto la fidanzata.

Un «ritorno» social che ha fatto discutere molto, visto che proprio Loiacono era stato il primo a sottolineare che no, non era lui alla guida della Lamborghini per la challenge assieme agli amici e soci in affari. E che era vicino alla famiglia del bimbo morto. Una stupida sfida, tre giorni senza mai scendere dalla monovolume che sfreccia a 140 chilometri orari per le strade del quartiere residenziale alle porte di Roma, guidata da Matteo Di Pietro, arrestato per omicidio stradale aggravato. Loiacono scrive: «Ho scoperto come la gente segue la massa per la paura di essere giudicata. Ho scoperto come nessuno vuole sapere come stai veramente ma cerca solo di vedere il marcio con lo scopo di vendere l'articolo perfetto». Il marcio secondo Loiacono è rappresentato da un gruppo di ragazzi che noleggia un Suv da 250mila euro per fare dei video da postare su un canale dedicato alle sfide «impossibili», senza mai fermarsi con un ventenne alla guida, Di Pietro, risultato positivo ai cannabinoidi e che percorre strade urbane, via dei Pescatori, a 134 chilometri orari (come risulta dalla scatola nera della Lamborghini). E che quando arriva un'utilitaria la centra in pieno senza nemmeno frenare. Tutto per ottenere like e guadagnare denaro dagli sponsor. Er Motosega continua, come se nulla fosse accaduto due mesi fa: «Ho scoperto che la vita è spietata e che nessuno ti aiuta a rialzarti, ho scoperto che la gente gode nel vedere qualcun altro fallire. Ho capito che non voglio mollare».

Insomma, Vito Loiacono, il primo dei cinque sulla Lamborghini a sottrarsi alle accuse di aver provocato la morte del bimbo appena uscito dall'asilo, il 20enne pentito di aver partecipato alla folle sfida cui la vita

non sarebbe stata più la stessa, si lagna. E tutto perché, a soli due mesi dalla tragedia per la famiglia Proietti, c'è qualcuno che, al video postato in cui canticchia sulle note di Sorriso di Calcutta, lo insulta.

SteVla

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