La follia degli amici di Cospito ci è già costata oltre 3 milioni

Da mesi le devastazioni degli anarchici colpiscono le città. L'ultimo bersaglio sono gli scuolabus dei bimbi

La follia degli amici di Cospito ci è già costata oltre 3 milioni

Centinaia di migliaia di euro in frantumi. Sono i vetri della sede centrale della Reale Mutua Assicurazioni a Torino. Il 4 marzo la furia anarchica colpisce l'headquarter della compagnia e tanti altri target nella città. Il Comune stima un conto di almeno centomila euro per la sua parte, anche se le ricognizioni non sono ancora finite: ci sono i pali divelti e le scritte sui muri. Per lavarle via è già stata preventivata una spesa che sfiora i 30mila euro.

E poi ci sono le devastazioni contro i negozi e più in generale i privati, e ancora le auto sfasciate o danneggiate, con particolare predilezione, scrivono i torinesi inferociti su chat che sono scariche di nervosismo, per le auto più lussuose o appariscenti. Salve le Panda, la rabbia si scatena sulle grandi cilindrate, incautamente lasciate in strada in un pomeriggio di follia.

Torino come Milano e Milano come Roma. La rete eversiva anarchica si sposta da una città all'altra e lascia rovine e incendi. Un copione che si ripete ormai da mesi, come una routine della guerriglia che lascia sgomenti ma pure un catalogo dei vandalismi ormai chilometrico: stime ufficiali non ce ne sono, le denunce si accumulano sui tavoli delle questure, i Comuni, cominciando da Torino, si portano avanti annunciando che si costituiranno parte civile quando ci saranno i processi. Ma intanto qualche esperto ipotizza, a spanne, un primo bilancio che oscilla fra i 3 e i 5 milioni di euro. Cifre imponenti che si raggiungono purtroppo facilmente, se si mettono in fila alcuni degli episodi accaduti nelle scorse settimane.

A Roma solo negli ultimi giorni vengono incenerite 16 auto di proprietà delle Poste e lo stesso destino si abbatte su 22 scuolabus, custoditi dietro un alto muro di cinta in un parcheggio lungo la via Ostiense. Le difese non fermano l'assalto compiuto sabato sera da professionisti dell'eversione capaci di superare ogni ostacolo: 18 mezzi sono distrutti. Solo in questo caso il conto sfiora il milione di euro.

Ieri arriva la rivendicazione per l'altro raid: «Salutiamo - si legge sui canali social - il centocinquantesimo giorno di sciopero della fame del nostro fratello e compagno Alfredo Cospito, regalandoci la gioia di attaccare con il fuoco le infrastrutture dello Stato italiano, nello specifico abbiamo incendiato 16 macchine di proprietà delle Poste italiane».

Siamo sempre allo stesso punto: Cospito, detenuto al 41 bis, e sconosciuto fino a qualche mese fa all'opinione pubblica, è diventato il simbolo per un network terroristico con gruppi in Italia e all'estero, dalla Grecia alla Germania e dalla Spagna alla Svizzera. Ormai le manifestazioni e gli attentati si susseguono da mesi, mentre Cospito prosegue la sua protesta contro le istituzioni e c'è il rischio sempre più concreto che si arrivi a un punto di non ritorno. «Fieri di aderire - si conclude il messaggio - alla campagna di vendetta lanciata contro lo Stato». Così è difficile enumerare tutte le azioni compiute da questa rete inafferrabile: basta pensare alla lunga sequenza di attacchi alle nostre sedi diplomatiche, cominciando dalla più clamorosa, quella che ha messo in pericolo ad Atene la vita di Susanna Schlein, sorella di Elly e primo consigliere dell'ambasciata, e della sua famiglia.

L'11 febbraio gli anarchici sono a Milano e anche qui mettono in scena lo stesso spettacolo avvilente: distruzioni e auto rovesciate. Poi ci sono le incursioni nella Capitale, un elenco altrettanto inquietante: dall'inizio del 2023 sono già cinque i roghi accesi nel nome di Cospito. Si comincia a Capodanno con un falò milionario: 25 furgoni della Hertz sono dati alle fiamme a Capannelle. Si prosegue il 22 gennaio con tre auto di Eni/Enjoy, Poste, Italgas bruciate; il 29 gennaio cinque auto aziendali di Telecom fanno la stessa fine in un parcheggio di Montesacro. Infine ecco i blitz scattati nel weekend. Nella notte fra venerdì e sabato 16 auto delle Poste alimentano colonne di fumo nel quadrante Est della capitale, poi sabato sera scatta la rappresaglia contro le istituzioni e contro i 22 scuolabus.

Le assicurazioni dovrebbero coprire buona parte dei costi che enti ed esercenti dovranno affrontare nei prossimi mesi per tornare alla normalità. Ma intanto si guarda con preoccupazione ad una scia di violenza che sembra interminabile e inarrestabile. Quasi una strategia del terrore che non lascia nulla al caso; i militanti si spostano da un posto all'altro portandosi dietro tutto l'armamentario necessario: bastoni, mazze, maschere antigas. Le forze di polizia provano ad arginare con sequestri di materiale e fermi i flussi di violenza, ma non è facile.

Nel nome di Cospito è ormai nato un partito del terrore metropolitano

che scende in piazza in assetto di guerra e si affida contemporaneamente alle intramontabili trame eversive. Milioni di euro vanno in fumo, per la disperazione di commercianti e cittadini. Ma purtroppo non è ancora finita.

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