"Forte perplessità sulla Farnesina". L'agguato della sinistra a Forza Italia

La sinistra chiede che il Ministero degli Esteri non venga assegnata a Forza Italia, ma intanto Giuseppe Conte annuncia il no del M5S a un nuovo invio di armi all'Ucraina

"Forte perplessità sulla Farnesina". L'agguato della sinistra a Forza Italia

"Abbiamo rappresentato la nostra forte perplessità che la Farnesina, così centrale, possa essere affidata a un esponente di Forza Italia". Così dopo Carlo Calenda anche il leader del M5s, Giuseppe Conte, al termine delle consultazioni con il presidente Mattarella, tenta di sbarrare la strada verso il ministero degli Esteri ad Antonio Tajani.

Una richiesta che non tiene conto del filo-atlantismo e del filo-europeismo dell'ex presidente del Parlamento Europeo che oggi ha incassato il sostegno non soltanto di Manfred Weber, presidente del Ppe, ma anche del suo successore, Roberta Metsola. Ma non solo. Come ha ricordato oggi il presidente Silvio Berlusconi in un'intervista al Corriere della Sera, l'atlantismo di Forza Italia non può essere messo in alcun modo in discussione. La storia degli azzurri e di tutto il centrodestra, come dimostrano anche i voti espressi in Aula in occasione dei decreti sull'invio delle armi a Kiev, è stata sempre in linea con la posizione degli Alleati occidentali.

Cosa che, invece, non ha fatto il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte che, proprio sulle divergenze in merito al conflitto russo-ucraino, ha innescato la crisi di governo che ha portato alle dimissioni di Mario Draghi. E, anche oggi, il capo dei pentastellati è stato molto critico al riguardo. "Nessuno mette in discussione la ferma condanna dell'azione militare russa e il sostegno al popolo ucraino ma sono oltre 200 giorni che questa strategia ha abbracciato un percorso" che ha portato a "una escalation militare che ci espone al rischio del conflitto atomico e a una galoppante crisi economica" quindi occorre aprire "un solo verso il negoziato di pace per il cessate il fuoco". Conte, annunciando la sua partecipazione alla manifestazione pacifista del prossimo 5 novembre, ha ribadito inoltre che serve "una svolta verso un negoziato di pace necessario" e che "non è più necessario l'invio di armi". E, confermando implicitamente il suo voto contrario a un nuovo eventuale invio di armi a Kiev, ha aggiunto: "Gli Stati Uniti continuano a rifornire di arsenali gli ucraini, non credo che sia questa la priorità". A tal proposito, Carlo Calenda ha subito twittato: "Conte alle consultazioni ha chiesto che il governo 'abbia un chiara posizione euro-atlantica' e contemporaneamente lo stop all'invio di armi in Ucraina che è il fondamento della posizione euro-atlantica".

Enrico Letta, segretario del Pd, ha usato parole altrettanto dure: "Il punto essenziale è di essere chiari sul fatto che il nostro Paese deve avere un governo che sia nella continuità delle alleanze europea e atlantica. Chiediamo che il governo sia senza ambiguità sulla condanna alla Russia e sui comportamenti criminali di Putin e sul sostegno all'Ucraina". E ha profetizzato: "Il governo che nascerà o sarà atlantista e europeista o non sarà in grado di durare. L'Italia deve essere un paese affidabile, che non cambia campo". Per Letta, le parole di Berlusconi"sono un vulnus sull'affidabilità della nostra Repubblica".

Il segretario del Pd ha ritenuto gravissimi anche gli applausi che sono seguiti alle parole di Berlusconi e ha puntualizzato: "Quella non può essere la linea della politica del nostro Paese, sarebbe una linea pericolosa riallacciare l'amicizia con Putin".

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