Il governo presieduto da Jean Castex attraverso un decreto sta cercando di limitare e bloccare l'accesso dei minorenni ai siti pornografici in Francia. Ovviamente non è così semplice verificare effettivamente che la persona dietro lo schermo abbia più di 18 anni e non sia un minorenne che dichiara di aver la maggiore età. Ancor di più, è difficile fare tutti i controlli del caso senza violare le regole sulla privacy.
Per questo motivo il governo Castex ha scritto il provvedimento seguendo le linee guida del Cas, il Comitato superiore dell'audiovisivo. Le indicazioni sono quelle per bloccare gli accessi e impedire soprattutto che venga diffusa della pedopornografia.
Entrando nello specifico, il decreto è composto da sei articoli e permette al Comitato di rendere inaccessibile su tutta la Francia un sito pornografico che permette la fruizione ai minori. La questione più spinosa però riguarda il come il sito eviterà che un minorenne acceda per vedere i suoi contenuti. La semplice domanda: "Hai più di 18 anni?" non basta. Difficile, se non addirittura impossibile, che un ragazzino affermi di avere meno di 18 anni se basta un semplice click sulla risposta "sì" e non c'è nessuna verifica ulteriore. Come riporta La Nazione, sono diverse le volte in cui questo è accaduto, ad esempio si ricordano le dichiarazioni mendaci di minori per entrare al cinema per film vietati. O più semplicemente quando la sera escono con i propri amici e bevono qualcosa di alcolico. Non potrebbero farlo ma se al bar nessuno chiede loro il documento e il controllo si limita alla domanda scritta sopra di certo non sarà il minore a dire di non poterlo fare.
Inoltre, se il semplice interrogativo "hai più di 18 anni" non va bene, si rischia una chiusura generalizzata che potrebbe coinvolgere tutti i siti specializzati in contenuti per adulti. Sotto la lente d'ingrandimento i domini di Pornhub e Youporn.
Come si arriva alla chiusura
Il rischio però è che si arrivi a una censura indiscriminata. Con il nuovo decreto l'operazione inizia quando un genitore o delle associazioni in difesa dei minori e delle famiglie segnala la mancata prevenzione. Così prende forma l'iter: il Comitato accerta la veridicità della segnalazione e il sito viene diffidato. Questo avrà quindici giorni per realizzare delle contromisure. Qualora tutto ciò non accade, il responsabile legale riceverà una denuncia penale per "attentato alla persona" con pena massima di 3 anni e 75mila euro di multa. Oltre, ovviamente, al blocco dell'indirizzo Ip.
Nel caso in cui tutto ciò accadesse davvero, l'utente che naviga su internet troverebbe, al posto del classico sito, una pagina web redatta dal Cas dove viene spiegato il motivo per cui non è più possibile connettersi con esso.
Concretamente però è praticamente impossibile che tutto ciò accada davvero. Sono troppi gli ostacoli, in particolare sulla privacy, che non permetteranno che tutto ciò si realizzi.
Chiedere un documento per entrare in un dominio sapendo che ci sono migliaia di società che hanno come sede Paesi che permettono di inviare ogni tipo di sollecitazione pubblicitaria qualora si riesca ad entrare in possesso dei dati sensibili dell'utente, non rispecchia la realtà dei fatti.Forse, piuttosto che i decreti, basterebbe semplicemente un genitore, o chi per lui, presente e in grado di spiegare cosa sarebbe meglio fare o non fare.
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