Difficile considerarla una risposta alla piazza dei lavorati non garantiti, visto il consesso internazionale. Ma l'uscita del ministro dell'Economia, Daniele Franco, al G20 di ieri segna comunque un cambio di passo. E un abbozzo di una risposta alle grida di aiuto di aziende e professionisti alle prese con le chiusure e la crisi.
Sulla ripresa economica resta «incertezza e disomogeneità», ha spiegato alla conferenza stampa al termine della riunione dei ministri dell'Economia e dei governatori centrali G 20 sotto la presidenza di turno italiana. Il vertice «ha rinnovato l'impegno a evitare qualsiasi ritiro prematuro delle misure di sostegno», usando «tutti gli strumenti disponibili, per il tempo necessario, per proteggere posti di lavoro e redditi».
Un «whatever it takes» delle politiche economiche che per il momento vale come dichiarazione di principio, anche perché l'impegno riguarda venti Paesi ed è stato esplicitato nel comunicato finale (la formula è: «Riaffermiamo la nostra determinazione a utilizzare tutte gli strumenti di policy, per tutto il tempo necessario »). Ma che in Italia può assumere un significato particolare, visto che l'orientamento del governo fino a pochi giorni fa era di spengere gli aiuti alla fine di quest'anno.
Il tema è sentito e anche il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha auspicato che «la maggior parte delle misure di supporto restino in vigore, il ritiro non è imminente, si intravedono rischi potenziali di instabilità legati alla rimozione».
Colpa dell'incertezza sulla situazione sanitaria e del ritmo discontinuo della campagna vaccinale.
Franco ha confermato «una leggera flessione del Pil nel primo trimestre e ci aspettiamo invece una ripresa nel secondo trimestre che dovrebbe via via accentuarsi nel terzo e nel quarto trimestre in relazione alla graduale rimozione dei vincoli al movimento e alla graduale riapertura di tutte le attività economiche che ci aspettiamo abbia luogo nei prossimi mesi».
La prospettiva di riaprire, anche se con la formula vaga dei «prossimi mesi», è un messaggio alle imprese stremate. Alle quali devono poi andare i ristori per questa ultima ondata di chiusure, Franco ha confermato l'agenda del governo.
«Nelle prossime settimane completeremo il Def con i nuovi obiettivi sui conti pubblici» e «chiederemo al Parlamento un nuovo scostamento di bilancio per il nuovo decreto per dare ulteriore sostegno e economia e cittadini».
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