
Per la prima volta, dopo dieci giorni di silenzio la Procura di Pavia esce allo scoperto sull'inchiesta-bis sull'omicidio di Garlasco. Conferma quanto già si sapeva, ovvero che le nuove analisi hanno confermato la presenza sulle unghie di Chiara Poggi del Dna di Andrea Sempio, amico del fratello minore di Chiara, Marco. E rivela ciò che non era noto: a diciott'anni dall'assassinio di Chiara esistono ancora reperti e materiale genetico rimasti, in tutto o in parte, inesplorati nelle prime indagini, quelle che portarono alla condanna definitiva di Alberto Stasi, fidanzato della vittima. Ora saranno esaminati con le nuove tecniche. E i risultati verranno confrontati con il Dna di Andrea Sempio, prelevato la settimana scorsa.
È una potenziale svolta nell'indagine, perché finora sulla pista alternativa - indicata già otto anni fa dai difensori di Stasi - che portava a Sempio, gravava una ipoteca non da poco. Si credeva che non esistesse più Dna originale con cui confrontarsi, perché la pelle trovata sopra le unghie di Chiara era stata distrutta durante le analisi del 2014, al tempo del processo a Stasi; e perché gli oggetti sequestrati all'epoca erano già stati restituiti a Stasi, alla famiglia Poggi o distrutti per ordine degli stessi giudici che avevano condannato Stasi. Qualunque nuovo accertamento quindi avrebbe potuto confrontarsi con col Dna originale ma solo con le carte, con i gelidi tabulati degli aplotipi, dei cromosomi, dei marcatori. E su qualunque esito i margini di incertezza sarebbero stati contestati.
Ora, invece, il procuratore Fabio Napoleone rende noto che «da ricerche svolte presso l'Unità di medicina legale di Pavia è stata riscontrata la presenza di campioni biologici e reperti della vittima Chiara Poggi non oggetto della distruzione, i quali nel corso dei pregressi procedimenti penali sull'omicidio non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica o hanno fornito esito dubbio o inconclusivo». Ora, possono essere «utilmente sottoposti a indagine genetica alla luce dell'incremento della sensibilità analitica, non essendo poi, evidentemente, mai stati comparati con il Dna dell'attuale indagato». Ovvero di Sempio.
La ricerca di tracce genetiche verrà estesa ai para-adesivi, i nastri utilizzati diciotto anni fa per rilevare impronte digitali sulla scena del crimine, per verificare se sui nastri sia rimasto anche materiale generico, e verrà fatta alla presenza anche dei legali di Sempio, perché le analisi di laboratorio potrebbero danneggiare o distruggere il campione.
E ci saranno anche i legali della famiglia Poggi, che hanno scelto di costituirsi parte civile nella nuova indagine: non perché vacilli la loro certezza della colpevolezza di Stasi, ma anzi «nella convinzione la precisa conoscenza di tutti i dati probatori emersi nel processo che ha portato alla definitiva condanna di Alberto Stasi per il delitto da egli commesso il 13 agosto 2007 possa risultare decisiva per una tempestiva definizione della posizione di Andrea Sempio».
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