Berlino «Mi mancano le parole per descrivere la notte del pogrom». Affiancata dal presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, la cancelliera Angela Merkel ha commemorato i morti della Notte dei Cristalli (la Reichspogromnach) quando, per ordine di Adolf Hitler, il 9 novembre del 1938 le sinagoghe, le scuole, le proprietà e le vetrine degli ebrei di Germania, Austria e di parte dell'odierna Repubblica Ceca furono distrutte e incendiate nell'indifferenza della polizia. Secondo gli storici in quella notte poi passata alla storia come la «prova generale» dello sterminio, gli ebrei uccisi furono alcune centinaia. Nella grande sinagoga berlinese di Rykestrasse, risparmiata dalla furia nazista solo per la sua contiguità con le abitazioni ariane, Merkel ha affermato che i valori democratici non vanno dati per scontati: «Noi ricordiamo con la convinzione che la maggioranza debba restare vigile» e che lo Stato debba combattere «con risolutezza e coerenza» contro antisemitismo, razzismo, esclusione e contro i messaggi di odio, anche online.
Il 9 novembre è una data molto controversa per la storia tedesca, «con luci e ombre», ha ricordato Steinmeier la mattina rivolto al Bundestag. In quella data i tedeschi celebrano il crollo dell'impero di Guglielmo II con la rivoluzione di novembre del 1918. Nata socialista, la rivoluzione fallirà pochi mesi dopo aprendo la strada alla Repubblica di Weimar. Anche il crollo del Muro di Berlino è avvenuto il 9 novembre (del 1989), il che ha permesso agli storici di indicare quel giorno come «data del destino» (Schicksaalstag).
Dietro ad almeno due altre ricorrenze si nasconde la mano di Adolf Hitler. L'8 novembre 1923 Hitler e le SA guidate da Eric Röhm irruppero nella Bürgerbräukeller di Monaco di Baviera per rovesciare il triumvirato allora al potere nella regione meridionale della Germania. L'indomani le forze regolari bavaresi aprirono il fuoco su Hitler e il Putsch di Monaco fallì nel sangue. Una volta al potere Hitler dichiarerà il 9 novembre festa nazionale per ricordare i 14 «martiri del nazismo». Occasione perfetta per nascondere la memoria della rivoluzione del 1918 e dei suoi leader comunisti Karl Liebknecht e Rosa Luxembourg.
Anche la morte a Parigi del diplomatico tedesco Ernst vom Rath il 9 novembre 1938 fornì a Hitler un'occasione «fatale».
Quella di scatenare la Reichspogromnacht: a vom Rath aveva sparato due giorni prima l'ebreo polacco Herschel Grynszpan. La violenza di massa contro gli ebrei del Terzo Reich doveva rappresentare per Hitler la naturale reazione di rabbia degli ariani per la morte del diplomatico.
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