Il giallo del razzo abbandonato in un parco a Milano

Il giallo del razzo abbandonato in un parco a Milano

Uno scherzo di pessimo gusto, un avvertimento, oppure un terrorista pentito o un collezionista deciso a sbarazzarsi di quell'ingombrante «souvenir». Tutte piste aperte per spiegare l'improvvisa, e sinistra, comparsa ieri pomeriggio nel bel mezzo di parco Lambro di un ordigno che, secondo le forze dell'ordine di Milano sarebbe un missile Nato aria-aria. Ma anche su questo punto non mancano i dubbi: a un primo esame, secondo esperti di armamenti consultati dal Giornale , l'ordigno assomiglia di più a un razzo, forse fabbricato artigianalmente, a somiglianza di un «Qassam», cioè il tipo utilizzato soprattutto dai terroristi palestinesi.

L'unica cosa certa che, anche se vero, quel razzo non avrebbe potuto provocare danni. Ordigni del genere infatti si innescano solo dopo essere stati lanciati da un velivolo. E per questo non è stato bloccato il traffico né evacuata la zona.

Il Parco Lambro è un enorme polmone verde, quasi 800mila metri quadri, all'estrema periferia nord est della città, divenuto famoso in tutta Italia nel 1974, '75 e '76, quando ospitò tre edizioni di una sorta di Woodstock nostra. Tramontata una certa cultura giovanilistica, l'area è diventata il paradiso di «runner» e ciclisti che lo percorrono in lungo e largo a ogni ora del giorno. In particolare ieri verso le 15 un signore si stava facendo le consuete due pedalate pomeridiane quando ha notato quello strano affare appoggiato a un albero, giusto sotto la tangenziale Est di Milano. Un tubo di metallo grigio ferro lungo una settantina di centimetri, con quattro alette alla base e la punta gialla. Incuriosito si è avvicinato scoprendo anche un numero di matricola che lo faceva assomigliare sinistramente a un ordigno militare. Proprio in quel momento è passata una volante, il ciclista l'ha fermata, segnalando l'inconsueto ritrovamento, facendo così scattare l'allarme generale.

In pochi minuti la zona è stata transennata, mentre la centrale inviava in tutta fretta gli artificieri per capire di cosa si trattasse.

La risposta è stata a dir poco inquietante: un missile aria-aria, del modello in dotazione alla Nato. Nulla che però potesse far temere l'improvvisa detonazione. Questi razzi infatti si innescano esclusivamente se lanciati da un velivolo. Quindi il livello d'allarme è subito sceso, tanto che la questura ha ritenuto non fosse necessario chiudere la tangenziale, sempre trafficatissima, né evacuare la zona, dove si trovano diversi impianti sportivi.

A questo punto però nessuno ha più toccato nulla fino all'arrivo di personale specializzato dell'esercito, inviato per capire cosa fosse esattamente e da dove venisse. Operazione che non dovrebbe risultare particolarmente difficile visto che l'ordigno porta un numero di matricola. Il razzo, secondo la prima ricognizione degli artificieri, dovrebbe infatti essere vero, non un esemplare inerte né una riproduzione artigianale di ottima fattura. Insomma proverebbe da qualche deposito della Nato. Lasciando immaginare dunque che qualcuno ha avuto libero accesso a qualche arsenale, dove è potuto impunemente entrare e uscire con il missile sotto il braccio.

Ma anche scoperto da dove provenga, rimane da capire perché sia stato abbandonato appoggiato a un albero.

Potrebbe trattarsi di un segnale da parte di qualche organizzazione estremista, magari di matrice islamica, che così vuol far capire all'Italia di avere armi sofisticate con cui colpire come e quando vuole.

Ipotesi altamente plausibile, visto quanto successo nei giorni scorsi in Canada, incursione al Parlamento, e negli Stati Uniti, aggressione a due poliziotti. Potrebbe anche trattarsi di un collezionista che, preoccupato di farsi scoprire con l'ordigno in casa, se ne sia sbarazzato in tutta fretta.

Restano poi da spiegare alcuni particolari del missile che non fanno proprio tornare i conti. Le sue alette infatti sono deformate, come se non fosse proprio stato conservato nel migliore dei modi.

Inoltre sul dorso presenta due vistosi bulloni, che ne rendono impossibile il volo.

Ma anche queste sono risposte che solo gli esperti delle nostre Forze Armate potranno fornire nelle prossime ore.

 

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