Giorgia, candidata assenteista

Da deputata ha saltato il 75% di votazioni E Giachetti la insegue: non c'è 6 volte su 10

Giorgia, candidata assenteista

Roma Di loro già dicono che hanno dei programmi elettorali troppo simili. I candidati alla guida del Campidoglio dovranno distinguersi. Giocare sul fattore personalità. E sicuramente dovranno evitare l'argomento assenteismo.

Che metterebbe tutti loro, chi più chi meno, nei guai. La maglia nera (almeno per quanto riguarda i due candidati che sono membri della Camera dei deputati) spetta a Giorgia Meloni. Usando i dati raccolti da Openpolis si scopre che la leader di Fratelli d'Italia si è vista poco in aula a Montecitorio. Nell'insieme delle votazioni della XVII legislatura la Meloni ha partecipato attivamente solo per il 5,35%. Cui va aggiunto un altro 18,92% di missioni. Il totale delle assenze (cioè non partecipazione al voto, come specifica Openpolis), però supera il 75%. Anche nelle «votazioni chiave» (come le definisce l'istituto di ricerca) la Meloni brilla per la sua assenza. Ha votato contro soltanto al voto (con fiducia) per la legge di riforma delle banche di credito cooperativo. Risultando assente invece, sia alle due votazioni per il Milleproroghe che al ddl di riforma del Senato e del titolo V della Costituzione.

L'assenteismo della Meloni è stato per tanto tempo il cavallo di battaglia della candidata grillina. La Raggi, sin dal giorno dell'annuncio della candidatura di Giorgia Meloni per il Campidoglio, ha picchiato con insistenza su questo tasto. Per poi dire la stessa cosa di Giachetti (Pd), facendo un calcolo delle sue presenze dal giorno in cui è partita la sua campagna elettorale come aspirante sindaco di Roma. «Quello che prende 20mila euro per fare il vicepresidente della Camera - aveva tuonato la Raggi - e si permette di essere assente a oltre il 60% delle sedute per fare campagna elettorale con i soldi nostri, visto che noi lo paghiamo per fare il vicepresidente». Giocando molto sulla differenza tra parziale e totale, Giachetti ha snocciolato nella replica tutt'altri numeri. Dall'inizio della legislatura è lui, infatti, il vicepresidente più attivo (glissando sugli ultimi due mesi).

La Raggi, forse, si sentiva forte del fatto che la sua campagna elettorale è priva di impegni istituzionali. Però non può nascondere quanto tirato fuori dallo stesso Giachetti che andando a spulciare i verbali delle sedute in Campidoglio ha scoperto che la Raggi (eletta nel 2013) ha partecipato a un quarto delle votazioni.

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