La "profezia" sul destino di Conte: "Vi dico perché non finirà la legislatura..."

Goffredo Bettini, intervenuto all’assemblea della federazione provinciale di Roma del Pd, ha ammesso che il voto non è un colpo di stato ma è l’ultima risorsa e ha chiesto di aprire un dialogo con le forze moderate e liberali

La "profezia" sul destino di Conte: "Vi dico perché non finirà la legislatura..."

La fiducia ricevuta dal governo al Senato lo scorso martedì, seppur risicata e non assoluta, è pur sempre una fiducia e pertanto il Partito democratico, così come le'secutivo, hanno "l’obbligo di governare". Parola di Goffredo Bettini che, intervenuto nel corso dell’attivo della federazione provinciale di Roma del Pd, ha poi ammesso di non sapere "in modo così chiaro cosa possiamo fare in futuro, perché la situazione va monitorata momento per momento e navigare in questa situazione non è facile". Il problema, in definitiva, è sempre quello: i numeri non ampi che i giallorossi dispongono a Palazzo Madama.

Bettini non ha nascosto che la fragilità della maggioranza rappresenti un problema che influirà sullo scenario politico nazionale: "Dobbiamo dire la verità: con questi numeri si può affrontare l’emergenza, ma non è pensabile con questi numeri concludere la legislatura, né possiamo fare i riassetti necessari che hanno bisogno di una maggioranza più larga e più solida".

"Come Partito democratico- ha spiegato l’esponente dem- noi abbiamo avuto una fiducia, una fiducia risicata, non assoluta al Senato. Ma l’abbiamo avuta e la prima cosa è dare un segnale agli italiani: noi non abbiamo la scelta, ma l’obbligo di governare". Bettini, rimarcando la delicata situazione che sta attraversando l’Italia, ha evidenziato che "in ogni caso, avendo la fiducia non possiamo fare sciopero rispetto alle emergenze del momento: la crisi pandemica, i vaccini, i fondi del Recovery Fund". Per il dem è necessario agire subito mettendo in campo provvedimenti "sul sostegno e sulle politiche attive del lavoro e sugli ammortizzatori sociali".

Il ruolo del Pd

Secondo l’esponente dem la responsabilità mostrata dal Pd "non è stata subordinazione" ma rappresenta "una responsabilità politica come i hanno insegnato. Siamo stai abituati a fare coincidere la nostra funzione come una funzione di parte, ma allo stesso tempo di identificazione, di costruzione e di difesa della democrazia e della Repubblica italiana".

Per Bettini "gli spazi che si aprono per costruire soluzioni anche di compromesso, sta esattamente nella missione del Pd". Una missione non facile. Il dem ha sottolineato come si ci siano state difficoltà nel dialogare con forze diverse. Che ciò potesse accadere "lo sapevamo dall'inizio, da quando abbiamo avviato questa esperienza". Eppure Bettini non rinnega "questa esperienza di governo" ma spiega di difenderla in quanto ritiene "che comunque, nonostante ritardi e difficoltà dovute a certe incertezze del premier, possiamo dire di aver fatto un buon lavoro nell'interesse dell'Italia".

Il tempo, però, stringe. Per salvare il Conte II serve un allargamento della maggioranza con forze che abbiano una precisa identità. E ciò, tra l’altro, deve avvenire nel giro di pochi giorni. "Ci rimane solo di cercare nelle prossime ore di costruire un gruppo politico nel Parlamento, al Senato e alla Camera, che non sia solo il recipiente di idee per mettere insieme transfughi, ma che sia una cosa che politicamente esiste".

I suggerimenti di Bettini

Bettini crede di avere la soluzione al problema. Riunire tutti i moderati e liberali nel campo democratico. Secondo il dem, infatti, ci sono forze "prigioniere dell'altro campo, quello anti-europeista. Si devono unire le forze che credono nell'Europa nei principi democratici e che non vogliono stare sotto il tallone di Salvini e Meloni e che rappresentino il fulcro di una area moderata e liberal democratica". È su questo terreno che Bettini ha suggerito di lavorare nelle prossime ore.

Invece, il dirigente dem ritiene inutile tentare di riaprire un dialogo con Matteo Renzi. "Non so quale credibilità può avere- ha spiegato Bettini-. La politica non esclude alcuna verifica ma io la ritengo una strada sbagliata, ci metterebbe ancora più nei guai e se fosse determinante Renzi tra due settimane ci sarebbero le stesse fibrillazioni". Per il dem l'ex rottamatore "è una garanzia di instabilità, non di stabilità".

Il voto anticipato

Ma se tutto dovesse andare male allora quella del voto anticipato sarebbe l’unica strada percorribile.

"Le elezioni sarebbero una sciagura", ha affermato il dirigente dem che, però, ha sottolineato come "alla fine questa cosa che le elezioni non si possono mai fare non deve diventare motivo per ingoiare tutto, sarebbe il massimo della subalternità ingoiare tutto in nome della considerazione delle elezioni come colpo di Stato". Per Bettini è sì necessario "andare avanti fino all'ultimo, ma non fino a decapitare il Pd".

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