"La mia regola vale anche per Draghi". Ecco perché la Meloni ha detto "no"

La leader di FdI spiega la scelta di andare all'opposizione. Toni concilianti con Forza Italia e Lega che, invece, sosterranno l’esecutivo Draghi

"La mia regola vale anche per Draghi". Ecco perché la Meloni ha detto "no"

Fratelli d'Italia resterà all’opposizione. La conferma è arrivata da Giorgia Meloni che in un intervista a Libero ha spiegato i motivi della scelta politica compiuta dal partito da lei guidato."Non governo con Pd e 5 Stelle. È una promessa fatta a tutti gli italiani che ci sostengono e una regola che vale pure se il premier è Mario Draghi", ha spiegato la deputata che ha, comunque, avuto parole di apprezzamento verso l’ex numero uno della Bce. "Da persona seria qual è - ha aggiunto la leader di Fratelli d'Italia -, non ha cercato minimamente di convincermi. Si è messo all'ascolto. Atteggiamento garbato e apprezzabile: il punto, però, è che non abbiamo avuto ancora modo di capire bene che cosa intenda fare lui. E purtroppo sappiamo perfettamente che cosa hanno già fatto le forze della precedente maggioranza, candidata oggi a governare con lui".

Nell'intervista la Meloni ha sottolineato che il Covid-19 è stata una catastrofe imprevedibile ma "ciò che avrebbero fatto i governi Conte, e la versione bis in particolar modo, era annunciato a caratteri cubitali". Secondo la leader di Fratelli d'Italia, "siamo arrivati qui solo per questo motivo: per l'incapacità strutturale di Conte, Pd, 5 Stelle e Renzi di affrontare l'ordinario, figuriamoci lo straordinario. Il tutto, oggi come ieri, è espressione di questo Parlamento ridotto al grado Ciampolillo: lo stesso, piaccia o no, con cui dovrà interfacciarsi quotidianamente Mario Draghi".

Per la Meloni il livello del premier incaricato "è fuori discussione" ma propria questa importante qualità potrebbe ostacolare il lavoro di Draghi: a qualcuno, infatti, potrebbe "non far comodo" . "Siamo una Repubblica parlamentare - ha spiegato - ed è in Aula che le proposte, anche le più ambiziose e condivise, devono passare". Per questo motivo la leader di FdI si è augurata che possa emergere presto e con chiarezza la sua "agenda" in quanto fatica a immaginare che si possa fare sintesi "tra la flat tax e la patrimoniale, fra gli investimenti per le infrastrutture e i sussidi a pioggia su cui si è retto il 'patto' fra i giallo-fucsia".

Il centrodestra

Il sostegno di Forza Italia e Lega al governo Draghi rischia di rompere l’unità del centrodestra. La Meloni, però, usa toni concilianti nei confronti degli alleati ed ammette che le scelte dei partiti "sono sempre sovrane e libere". Per di più quella di Silvio Berlusconi è una posizione "già ampiamente prevedibile e da tempo prefigurata". Un discorso simile la Meloni lo riserva per il Carroccio: "Ci possono essere una serie di motivi per i quali Matteo Salvini e la Lega hanno reputato più vantaggioso sostenere Mario Draghi che non porsi con noi all'opposizione, come sarebbe più naturale e probabilmente più affine al loro elettorato. Non entro nelle loro dinamiche perché la caratteristica di FdI è sempre stata quella di non fare tatticismi ed essere molto chiara sul no a ogni forma di inciucio".

Secondo la leader di Fratelli d'Italia, perché il centrodestra esista è necessario che qualcuno presidi il campo "rifiutando di mescolarsi con la sinistra. Ed è quello che faremo noi". “Quando questa esperienza finirà, gli alleati troveranno chi ha continuato a lavorare per assicurare agli italiani quel governo autorevole che chiedono i loro stessi elettori", ha promesso la Meloni.

Le prospettive

Nell'intervista a Libero la Meloni ha ricordato che i numeri in Parlamento "li ha il centrosinistra. C'è una ragione per la quale il centrodestra non sta governando in questa legislatura e l'hanno governata, nell'ultimo anno e mezzo, Pd e 5 Stelle: hanno la maggioranza". Per la leader di Fratelli d'Italia anche se il partito da lei guidato dovesse entrare nell’esecutivo “vinceranno sempre loro. Indovinate soprattutto dove? Sulle questioni dirimenti, come l'immigrazione. Lì il governo dirà: 'Mi rimetto all'Aulà. E chi vincerà? Pd e M5s". Da un punto di vista "tattico" vi è un altro vantaggio nel far restare Fratelli d'Italia all’opposizione. Non entrare nella maggioranza, infatti, significa che in futuro si potrà "costringe il governo a mediare. Per questo è molto più significativo e utile alle idee del centrodestra che Fratelli d'Italia stia fuori".

Opposizione rappresentata in Parlamento

Sul "no" al governo Draghi la Meloni ha sottolineato anche un aspetto importante: visto che praticamente tutti si sono detti pronti a sostenere un esecutivo guidato dall’ex numero uno della Bce non si può lasciare senza rappresentanza in parlamento chi non è favore di SuperMario. "Se è vero che Draghi ha il 70% di gradimento da parte degli italiani.

Che facciamo con il restante 30%? È giusto che trovino una rappresentanza in Parlamento o sono tutti extraparlamentari?”. “A mio avviso credo che sia doveroso dare rappresentanza a quella parte di cittadini, non solo di centrodestra, che non sarà d'accordo con tutte queste forzature", ha concluso la Meloni.

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