Dal governo uno spiraglio per Greta e Vanessa

Dal governo uno spiraglio per Greta e Vanessa

Eppur qualcosa si muove. Ma è una trattativa lenta, svogliata, tipica di queste situazioni. Un mercanteggiamento fatto di pigri passaggi di voci e segnali tra l' intelligence italiana, i mediatori e i portavoce degli apparenti sequestratori. Messaggi che vanno verificati, analizzati, controllati. Anche per non far finire l'eventuale riscatto nelle mani di spregiudicati truffatori.

La notizia più importante è comunque quella fatta trapelare in punta di piedi ieri dal sottosegretario agli Esteri Mario Giro. Parlando ai microfoni di RaiNews 24 il rappresentante del governo da una parte smentisce le indiscrezioni secondo cui Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le volontarie lombarde poco più che ventenni rapite il 31 luglio scorso in Siria, sarebbero in mano ai decapitatori dell'Isis, dall'altra conferma le voci sull'apertura di una trattativa con i probabili sequestratori. «A quanto risulta le indiscrezioni del Guardian non sembrano veritiere, ma sulla questione bisogna mantenere il massimo riserbo», spiega Giro. La breve dichiarazione serve innanzitutto a mettere fine alla ridda di elucubrazioni che da giovedì accompagna un articolo del Guardian . In quell'articolo il quotidiano inglese si limita a enumerare gli ostaggi teoricamente nelle mani dell'Isis. Senza però esibire alcuna prova sulla presenza di Vanessa e Greta all'interno di una prigione controllata dai decapitatori di James Foley. Dopo la smentita il sottosegretario Giro regala anche un barlume di speranza. «Il governo farà tutto il possibile perché siano liberate... come speriamo venga fatto presto», promette l'uomo della Farnesina sottolineando l'incertezza generata dalla presenza di «tante ipotesi» e ricordando che «l'Italia come sempre non abbandona nessuno». Parole da cui s'intuisce che il gruppo responsabile del rapimento non solo è stato individuato, ma si dimostra anche interessato, per il momento, ad una trattativa meramente economica. Le parole del sottosegretario diffondono un effetto tranquillizzante anche all'interno delle famiglie delle due ragazze. Due famiglie sensibilmente provate prima dalle immagini della decapitazione di Foley e poi dal timore che le figlie si siano ritrovate nelle mani dell'Isis. Anche se la versione del Guardian non è mai stata presa in considerazione dalle nostre autorità diplomatiche. «Il fatto che non siano in mano all'Isis - spiega Salvatore Marzullo, padre di Vanessa - per noi non è una smentita, perché mai abbiamo avuto conferme ufficiali che lo fossero: dalla Farnesina l'unica raccomandazione era quella di avere tanta pazienza». Pazienza indispensabile perché il difficile arriva adesso.

Ogni errore, ogni passo falso nel negoziato rischia da un parte di far alzare il prezzo della liberazione e dall'altra di spingere i sequestratori a offrire la loro preda anche ai capobanda dell'Isis. Che potrebbero riscattarle e servirsene per dimostrare di esercitare un certo controllo anche su zone, come quelle di Abzimo, intorno ad Aleppo dove la loro presenza resta marginale.

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