La grande euforia dei grillini: "Siamo un partito di governo"

Dal quartier generale del M5S scelgono già gli assessori. Raggi: "Pronta a diventare il primo sindaco donna di Roma". Parte la corsa alle alleanze e c'è chi strizza l'occhio pure alla Lega

La grande euforia dei grillini: "Siamo un partito di governo"

Virginia Raggi ce l’ha fatta, battendo tutti e andando al ballottaggio con un margine che a scrutinio ancora in corso è tra i 10 e i 15 punti. La conquista della capitale ora appare davvero a un passo, soprattutto perché l’esponente grillina al secondo turno potrebbe contare sul voto in funzione anti-Renzi degli elettori di centrodestra orfani di candidati della propria area. Un risultato ben superiore alle aspettative per il Movimento Cinque Stelle alla sua prima sfida importante. Successo reso più rotondo anche dai risultati di Torino con la Appendino al ballottaggio contro il sindaco uscente del Pd Fassino.

«A Roma la squadra di assessori è completa, manca solo una casella - assicurano dallo staff della candidata - tutti i ruoli apicali sono stati già individuati, ma i nomi li faremo solo a ridosso del ballottaggio, o sarebbe come mandarli al macello ». È racchiuso in questa risposta, sollecitata dopo l’ennesimo attacco arrivato dal fronte del Pd, tutto l’ottimismo ma anche la tensione che ha regnato nel comitato elettorale in attesa dei risultati definitivi. Virginia Raggi, tornata dal Festival dell’Economia di Trento è andata prima dal marito e dal figlio di 6 anni, poi a stemperare la tensione mangiando una pizza. Arriverà solo a notte avanzata, parlando, emozioanta, quando l’orologio segna quasi le 2: «Sono pronta a governare come primo sindaco donna di Roma».

Il quartier generale grillino è uno stabile moderno nel cuore del popolare quartiere Ostiense, un dedalo di stanzette distribuite su due piani, e quel terrazzo con vista sul gazometro comparso in molti degli spot elettorali delle scorse settimane. Qui si concentra l’attenzione dei media, non solo italiani (El Pais sarà la prima testata straniera a dare la Raggi vincente a Roma): oltre 160 le testate giornalistiche accreditate, fra giornali, radio, tv e web, tutti convocati per la conferenza stampa in una sala da soli 20 posti. L’effetto sardine è assicurato e i mugugni si sprecano. Qualcuno ironizza anche su una ipotetica visita dei vigili del fuoco. «Non avevamo abbastanza soldi per fare diversamente », si difendono dallo staff. E guardando alle cifre fin qui spese dai vari candidati, solo l’alfiere della sinistra Stefano Fassina pare esser stato più «sobrio» di Virginia Raggi. Lei, campionessa di crowdfunding, con 116mila euro ricevuti da 5,274 donatori, sul sito ha rendicontato in tempo reale uscite per oltre 144mila euro. In compenso abbonda l’entusiasmo dei volontari. Circa 25 persone, fra i 20 e i 40 anni, tutti convinti che la Raggi sarà primo sindaco donna di Roma, «perché la gente è stufa di tutta questa malapolitica, tocca a noi giovani cambiare», dice Marco, imprenditore di 25 anni.

Ad affiancare Virginia Raggi per la conferenza stampa conclusiva di questa infinita giornata elettorale, anche alcuni big del partito. «Siamo la prima forza politica di Roma, Renzi non può non tenerne conto », -scandisce Alessandro Di Battista sciolta la tensione dopo i primi risultati che vedono la Raggi oltre il 35%. E conferma: «Annunceremo la squadra degli assessori». All’attacco pure Luigi Di Maio: «è finita la storiella degli incompetenti, questo voto mostra la fiducia degli italiani sul Movimento 5 stelle come forza di governo». I risultati incoraggianti intanto spingevano anche il portavoce della Raggi, Augusto Rubei, a sbilanciarsi.

Se vincete con chi farete un governo? «Lì bisogna vedere chi ti dà i voti, quali sono le proposte..», taglia corto. Nessuno lo ammette, ma sarebbe il partito del Carroccio, che a Roma ha sostenuto la Meloni, il candidato più credibile per un’intesa. Il peggior incubo di Renzi.

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