Grasso accelera: "Legge entro l'estate". E Grillo invoca l'Ue. Che lo respinge

Il presidente del Senato vuole l'ok prima che finisca la legislatura Il commissario Avramopoulos al M5s: è una questione nazionale

Grasso accelera: "Legge entro l'estate". E Grillo invoca l'Ue. Che lo respinge

Roma - I Cinque Stelle scoprono l'Europa. Pietro Grasso vorrebbe dare del «polentone» a Gian Marco Centinaio ma non lo fa. La Lega si diletta nel suo sport preferito: il lancio dell'emendamento. Campione indiscusso, neanche a dirlo, Roberto Calderoli. Gli uomini di Matteo Salvini hanno presentato 50mila proposte di modifica della legge sullo ius soli. Fratelli d'Italia scende in piazza contro il provvedimento sulla cittadinanza ai giovani immigrati, che il numero uno di Palazzo Madama vuole licenziare «entro l'anno». Anzi, se ci si riesce, anche prima che finisca l'estate. La legge dovrebbe tornare in aula la prossima settimana, e si annunciano fuochi d'artificio.

Grasso, parlando ieri alla trasmissione Un Giorno da Pecora su Radio Uno, ha respinto le critiche di Beppe Grillo al testo già approvato nel 2015 dalla Camera. Il ddl non è un «pastrocchio invotabile», come l'ha definito il leader 5 Stelle, dato che «tiene conto non solo della nascita, ma anche dello ius culturae, della scuola». Giovedì scorso, quando la legge è arrivata in aula, il Senato si è trasformato in un campo di battaglia. Gestire il maxi processo a Cosa nostra, in confronto, era una bazzecola. L'onorevole più indisciplinato? «Centinaio», ha risposto Grasso. Il capogruppo leghista, che quando lo ius soli è arrivato in aula ha assaltato i banchi del governo, si sarebbe fatto sfuggire un «terrone di m» rivolgendosi alla presidenza.

Lega e Fdi non sono gli unici partiti contrari allo ius soli. C'è anche l'opposizione dei Cinque Stelle, che per una volta si appellano persino all'Europa. I senatori grillini hanno annunciato l'astensione, e dal blog del leader arriva l'invito a «fermarsi e chiedere un orientamento alla Commissione, coinvolgere nel dibattito anche il Parlamento e il Consiglio. Discutere di cittadinanza senza una concertazione a livello europeo è propaganda, è fumo negli occhi». I pentastellati definiscono la riforma oggi in cantiere una «sòla», ossia una fregatura. Il vice presidente della Camera Luigi Di Maio assicura che sullo ius soli non ci sarà «una votazione online» e che sul tema si dovrà discutere a Bruxelles. Progetti rispediti al mittente da Dimitri Avramopoulos, commissario Ue agli Affari interni, che ha spiegato: «Le norme sulla cittadinanza sono una competenza nazionale». Gli fa eco Gianni Pittella, leader dei socialisti a Strasburgo: «I 5 Stelle e Grillo come al solito parlano senza sapere». Una replica arriva anche da piazza Cinque Lune, dove ieri pomeriggio Fdi ha protestato contro i progetti di cittadinanza agli immigrati. «Dichiarare che c'è bisogno dell'Europa per dire all'Italia come concedere la cittadinanza la dice lunga», ha commentato Giorgia Meloni. Il sit-in è stato anche un incontro di tutto il centrodestra, con la presenza di Forza Italia e della Lega, del movimento Noi repubblicani e di Direzione Italia di Fitto, fino al partito liberale. A quanto pare è un tema su cui ritrovarsi.

Sullo ius soli si è saldato un asse tra sinistre e Vaticano. Partito democratico, Articolo 1 e Sinistra italiana sostengono compatte il provvedimento. La Chiesa si è dichiarata più volte favorevole alla legge. Tra i favorevoli ci sono anche i centristi di Alternativa popolare.

Il partito di Alfano sosterrà l'esecutivo di cui fa parte, pur con qualche mal di pancia. La ministra della Sanità Beatrice Lorenzin, parlando ieri mattina a Coffee Break su La7, ha detto: «Non è una buona idea fare questa legge con la campagna elettorale in vista».

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