Tramonta il Movimento 5 Stelle. A 15 anni dalla sua fondazione sembra sul punto di finire, piuttosto ingloriosamente, la storia - non particolarmente prestigiosa, ma certamente fortunata - del «partito» fondato da Beppe Grillo. O almeno, sembra che stia per finire, per come l'abbiamo conosciuto finora.
Nome, architettura statutaria, valori fondativi. Tutto viene messo in discussione, tutto potrebbe essere abbandonato nel percorso «congressuale» che sta portando il movimento guidato dall'ex premier Giuseppe Conte, reduce da una serie di flop, all'appuntamento con Nova, al Palazzo dei congressi di Roma il 23 e 24 novembre.
Dopo liti, spaccature, scissioni, licenziamenti e clamorose controrivoluzioni, lo spirito con cui il Movimento si avvicina a questo momento della verità pare rievocare un motto marxista (nel senso di Groucho): «Questi sono i miei princìpi, e se non vi piacciono ne ho degli altri».
Le modalità del confronto, piuttosto singolari, hanno contributo ad approdare a questo esito caotico. Il confronto politico, infatti, quello che un tempo era affidato a correnti e personalità interne, è stato «appaltato» a una società di mediazione, chiamata a fare ordine all'interno dei mille rivoli del movimento, dopo aver lavorato peraltro per grandi opere e progetti pubblici e infrastrutturali che i grillini avversavano. Proprio su carta intestata a questa società, «Avventura urbana» è scritto il report che istruisce l'evento politico di fine mese. La seconda fase del confronto assemblare si è svolta tra 300 iscritti e non iscritti sorteggiati, poi «Avventura Urbana» che sovrintende al processo, ha stilato il rapporto.
Tra i temi più importanti discussi, c'è sicuramente quello che riguarda i poteri del garante, Beppe Grillo, che devono essere rivisti in base a due varianti, come si legge nel report: «Eliminare il riferimento statutario all'insindacabilità del suo giudizio», e «attribuire alla carica di garante un ruolo esclusivamente onorifico».
Ma c'è anche l'opzione sull'eliminazione della figura del garante, con tre diversi varianti: «Non riassegnare le sue funzioni a nessun altro soggetto», «riassegnare le sue funzioni al Comitato di Garanzia», «riassegnare le sue funzioni a un organo collegiale democraticamente eletto e con un mandato a tempo determinato». Per modificare le modalità di nomina del garante, invece, le proposte sono di modificarne il mandato, «rendendolo a tempo determinato e prevedere un numero massimo di mandati consecutivi al pari degli altri ruoli interni».
Sul simbolo, le proposte sono diverse. Modificarlo «integralmente», «eliminare dal simbolo esistente la dicitura ilblogdellestelle.
it», o «apportare al simbolo modifiche che riflettano battaglie politiche attuali, e adattarlo a campagne di comunicazione differenti». E per quanto concerne il nome, la proposta è solo una, «modificare il nome, in quanto non più rappresentativo delle caratteristiche attuali del Movimento».
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