La fase due della vaccinazione contro il Covid fa litigare le regioni. In ballo c'è il piano nazionale che coinvolge 4,4 milioni di anziani disseminati lungo tutto lo Stivale. Ma non mi modo omogeneo. Ci sono regioni come la Liguria, il Molise, il Friuli, che vantano una quota di anziani maggiore, per esempio, del Lazio o della Campania. E proprio da queste due regioni sono partite le proteste perché pretendevano dosi in proporzione alla popolazione e non al numero degli anziani. Una richiesta che ha sollevato le ire dei territori che invece di anziani ne hanno tantissimi.
E non è un caso che ieri il governatore della Liguria, Giovanni Toti, dopo la Conferenza Stato-Regioni, ha sottolineato in un post che è fondamentale proteggere al più presto con il vaccino i cittadini più vulnerabili visto che il 60% dei deceduti ha più di 80 anni. «Le regioni devono essere messe nella condizione di vaccinare subito tutti i cittadini con età superiore agli 80 - scrive - Dunque, le dosi devono essere distribuite sulla base di questo criterio, approvato anche dal Parlamento». In conclusione e a scanso di equivoci, il governatore precisa: «Dove vivono più anziani devono arrivare più vaccini».
La puntualizzazione è stata rimarcata da Lombardia, Veneto, Piemonte durante la riunione, ma il commissario Domenico Arcuri ha chiarito che i vaccini per la fase due saranno distribuiti in proporzione al numero degli anziani residenti in ogni regione. E dunque le proteste per un eventuale cambio di passo sono state, per ora, rinviate al mittente.
Il nuovo problema è stato invece sollevato da Aifa che ieri ha approvato il vaccino AstraZeneca ma non l'ha raccomandato agli anziani. L'ente regolatore suggerisce infatti «un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti più anziani e/o più fragili». Dunque, quelli da usare sono Pfizer e Moderna. Che ovviamente creano non pochi problemi in fatto di distribuzione e di inoculazione. Se con AstraZeneca la vaccinazione poteva essere effettuata direttamente negli studi dei medici di famiglia, con le dosi di Pfizer servono strutture adeguate dotate di frigoriferi che garantiscano l'integrità del prodotto. Da qui la necessità di individuare i siti dedicati. Ma ad oggi le regioni non hanno ancora definito l'elenco delle sedi vaccinali. E il commissario Arcuri, che ha annunciato «a fine febbraio a 6.364.808 dosi consegnate, poi via a secondo target», ha sollecitato tutti a presentarlo entro tempi strettissimi. Intanto, ogni regione può regolarsi, nonostante il clima di incertezza. E l'avvertenza di Arcuri ormai è quasi obbligatoria: «Le quantità di dosi in consegna sono fornite dai produttori e, com'è noto, sono suscettibili di modifiche, anche senza alcun preavviso» ha scritto il commissario. Ma se non ci sono intoppi, nella prossima settimana arriveranno in Italia 576mila dosi tra Pfizer e Moderna. Nella seconda settimana più di un milione di dosi, di cui 428 di AstraZeneca, nella terza settimana oltre 1milione e 200mila dosi, nella quarta settimana 1 milione e 115mila dosi. Per un totale di oltre 4 milioni di dosi.
Nello specifico, la settimana prossima saranno consegnate in Lombardia più di 95mila dosi, 55 mila in Lazio, 51 mila e 600 in Piemonte, 51 mila in Veneto, 48mila e 300 in Campania. Dalla metà di febbraio invece sono previste anche le dosi aggiuntive di AstraZeneca ma su questo numero ci sono tali incognite che l'assegnazione alle regioni non è stata ancora effettuata. Anche perché, per il momento, non si capisce a che categoria verrà destinata questa quota. Qualche regione, invece, ha già delineato i criteri da adottare per immunizzare gli over 80.
In Campania, per esempio, la vaccinazione dei 320 mila anziani avverrà con la mediazione dei medici di base che prenoteranno gli assistiti sulla piattaforma dell'Asl, precisando se vogliono andare di persona a vaccinarsi o non sono in grado di muoversi e attenderanno a domicilio. La campagna vaccinale inizierà tra il 10 e il 15 febbraio e durerà tra i due e i tre mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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