Le guerre ridefiniscono buoni e cattivi

È straordinario con quanta velocità tutti si siano gettati sulla "contraddizione" di Draghi che un giorno chiamò Erdogan "un piccolo dittatore con cui bisogna pur convivere" e appena qualche mese dopo marciava sottobraccio allo stesso Erdogan.

Le guerre ridefiniscono buoni e cattivi

È straordinario con quanta velocità tutti si siano gettati sulla «contraddizione» di Draghi che un giorno chiamò Erdogan «un piccolo dittatore con cui bisogna pur convivere» e appena qualche mese dopo marciava sottobraccio allo stesso Erdogan. Dove sarebbe lo scandalo? Draghi era stato galante quando il Presidente turco aveva tolto la sedia sotto la schiena della Presidente Ursula von der Leyen, perché di indole giocosa. E il primo ministro italiano aveva spiegato alla indignata collega che con i piccoli dittatori ci vuole pazienza. Passarono i mesi e la Russia invase l'Ucraina. Allora si scoprì che le guerre ridefiniscono buoni e cattivi secondo le alleanze: o stai di qua o di là. Draghi disse: «Noi, di qua. E lei?». Erdogan tastò il terreno: «Mi garantite dai curdi che vivono in Svezia e Finlandia?». Svezia e Finlandia annuirono senza peraltro torcere un capello ai curdi. Ma Erdogan non aveva finito: «E gli aerei F35 me li date?». Le sia concesso, fu la risposta. «Allora ci sto, disse il sultano: sono dei vostri: potete far entrare Finlandia e Svezia nella Nato». Poi si rivolse a Draghi appena atterrato: «Le sembro sempre un dittatore da quattro soldi?» «Al contrario, rispose Draghi. Lei è un alleato prezioso».

«Passiamo in rassegna le truppe, propose Erdogan? Son qui per questo», annuì Draghi e aggiunse: «Lei, l'ha comperata la sedia per la Von der Leyen?» «Poltrone e sofà di alta qualità» fu la risposta. Draghi sorrise col suo sguardo da iguana sazio e prese il turco a braccetto mentre partiva la fanfara.

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