"Ma come mi blocchi?". E Calenda finisce nella bufera

Carlo Calenda ha bloccato su Twitter Roman Pastore, che si era candidato a Roma proprio in favore del leader di Azione. Il giovane si era solo permesso di esprimere qualche perplessità

"Ma come mi blocchi?". E Calenda finisce nella bufera

Una curiosa vicenda che riguarda l'ex candidato sindaco di Roma Carlo Calenda e Roman Pastore, il giovane balzato agli onori delle cronache durante la campagna elettorale capitolina per via delle critiche ricevute dalla sinistra massimalista per un post di una foto con un orologio di lusso: il leader di Azione ha bloccato su Twitter il ragazzo, nonostante quest'ultimo sia sceso in campo in favore della candidatura a primo cittadino dell'ex ministro del governo Renzi.

Dopo la boutade del cartello di divieto di fumo al Campidoglio, insomma, Calenda ne ha fatta un'altra delle sue. E il giovane Pastore sembra abbastanza perplesso per l'accaduto. Su Twitter, il ventunenne ha scritto quanto segue: "@CarloCalenda ma come? Mi candido con te, mettendoci la faccia a soli 21 anni. Ricevendo insulti, minacce e cattiveria. Mi chiamano stampa e tv e per evitare strumentalizzazioni mi faccio giustamente da parte. Ora perché esprimo perplessità su certe tue dichiarazioni mi blocchi?".

Roman Pastore ha dunque criticato la linea di Calenda, che in queste settimane ha abbastanza divagato tra una scelta e l'altra: prima l'idea di sostenere Roberto Gualtieri per il ballottaggio, ma senza appoggio diretto, poi la ferma volontà di non sedere in Campidoglio per far entrare il responsabile del programma elettorale, salvo ricevere critiche e quindi operare un passo indietro.

Insomma, dalle parti di Azione c'è parecchia confusione. Oggi scopriamo che, al netto delle velleità volte a ricercare lo stile politico che fu di Ferruccio Parri, a Calenda la dialettica politica sembra piacere poco. Altrimenti come si spiega la scelta di bloccare sul social citato l'ex giovane candidato? Intanto, sempre su Twitter, arrivano una serie di considerazioni sull'accaduto: "Hai semplicemente scoperto di esserti candidato nelle liste di un egocentrico pallone gonfiato che fa del classismo la sua arma politica (e l'uso del termine arma è per attribuirgli un'accezione negativa). La tua fortuna è averlo imparato presto a soli 21 anni", ha commentato un utente sotto il tweet di Pastore. E un altro: "Questa ce la faremo spiegare tranquillo, non hai fatto nulla di male, ha solo paura di essere associato a Renzi per via degli attacchi in stile DDR di questi giorni, capisco le sue paure fondate ma reagendo così passa dalla parte del torto e commette un ingiustizia vergognosa".

Del resto, uno dei problemi irrisolti per Calenda riguarda la collocazione politica. Come ha spiegato a ilGiornale.it l'avvocato e presidente della Fondazione Luigi Einaudi Giuseppe Benedetto, il leader di Azione vuole costruire una forza terza e solitaria in Italia, salvo essere iscritto al gruppo dei socialisti in Europa: "Noi, come Fondazione Einaudi cerchiamo, anche con contatti europei, di mettere d’accordo alcuni soggetti. Ma chi mettiamo d’acccordo? Uno che fa parte del gruppo socialista? Se uno sta nella famiglia socialista va benissimo, ma è un’altra cosa", ha argomentato il presidente Benedetto. Comunque sia, la vicenda del blocco sui social di Pastore rivela, per usare un eufemismo, l'esistenza di più di qualche tensione dalle parti di Azione.

In coda di vicenda,

poi, il colpo di scena: sembra che Carlo Calenda abbia deciso di sbloccare Pastore. Tuttavia, sembrerebbe pure che ad un certo punto abbia bloccato (salvo poi sbloccare anche lì) il suo ex candidato su WhatsApp.

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