
A chi non è mai capitato di mettere il ghiaccio su una contusione, su una distorsione, su un colpo subìto per alleviare il dolore, ridurre l'infiammazione, evitare l'ematoma, o per fermare una perdita di sangue?
La crioterapia, ovvero la terapia del freddo, quando applicata su lesioni muscolo-scheletriche o cutanee, evita il gonfiore post traumatico, migliora il recupero fisico dopo l'infortunio e favorisce il controllo della flogosi per il suo effetto analgesico ed anti edemigeno sulla zona trattata.
Sfruttare le basse temperature per accelerare benefici fisici è da sempre una pratica diffusa tra gli atleti professionisti, ma negli ultimi anni la crioterapia è in voga a scopo estetico tra molte celebrità e moltissime persone sane, esenti da patologie, che la utilizzano con l'intento di contrastare l'invecchiamento cutaneo, di controllare il peso corporeo, di stimolare il metabolismo e la circolazione sanguigna, favorire lo smaltimento di tossine, ridurre la ritenzione idrica, combattere la cellulite, migliorare l'elasticità della pelle, o semplicemente per trarne benefici fisici e psicologici.
La crioterapia è un trattamento solitamente applicato in ambito fisiatrico-ortopedico e wellness, che consiste nel sottoporre ed esporre il fisico a temperature mai registrate sul nostro pianeta, per una durata di circa 3minuti, all'interno di macchinari come la «criosauna», un cilindro di acciaio a chiusura termica, raffreddato da azoto liquido, dove il soggetto, dotato di calzini spessi e guanti termici, viene immerso ed esposto a temperature che arrivano anche a -180 gradi. A differenza delle «criocamere», cioè cabine simili a quelle delle docce, dove le temperature variano tra -110 e -130 gradi, al cui interno si entra con tutto il corpo, cosa che promette anche una stimolazione del sistema nervoso centrale.
Ma la crioterapia utilizzata attualmente in ambito estetico non può essere proposta come terapia preferenziale, alternativa o complementare a vere e proprie patologie. Come anche l'effetto benefico e ringiovanente della pelle del viso e del corpo, pubblicizzato da molti centri specializzati, nei quali si promuove la teoria che il freddo secco della crioterapia penetri nei pori della pelle in modo tale da creare uno stato di ibernazione delle cellule, è una falsa teoria: dopo mezz'ora dallo shock termico, quelle stesse cellule congelate, una volta tornate a temperature più calde, non sono affatto stimolate a triplicare il loro metabolismo, ad aumentare la produzione di collagene ed elastina, ad accelerare il rinnovamento, la rigenerazione cellulare, lo smaltimento di tossine e quindi il ringiovanimento, come si tenta di far credere, poiché la maggiore ossigenazione postuma deriva solo dalla vasodilatazione dopo l'esposizione al freddo.
«La vostra pelle apparirà più compatta, luminosa, radiosa, elastica e ringiovanita, le vostre rughe saranno più levigate ed avrete bruciato 800 calorie in tre minuti» è quello che si legge sui depliant pubblicitari dei centri estetici home made italiani, tutte informazioni non veritiere che non hanno alcun riconoscimento scientifico. La crioterapia è spesso consigliata agli uomini che soffrono di disfunzione erettile come una terapia in grado di restituire il vigore penieno e riattivare quindi il desiderio sessuale, ed effettivamente durante i minuti di ibernazione i genitali maschili si ritraggono al massimo in difesa del freddo polare che li aggredisce, per poi, tornati a temperature ottimali, distendersi in lunghezza e larghezza, anche maggiore del solito, nel tentativo di recuperare tutto il calore perduto, senza però ottenere nel tempo quei benefici che possono dare i farmaci specifici.
Il freddo usato impropriamente può creare effetti collaterali anche importanti, e la rapidità con la quale viene applicato è fondamentale, poiché un raffreddamento lento può favorire la formazione di cristalli tra cellula e cellula, ustioni da freddo, geloni e assideramento delle estremità, tutte lesioni che determinano danni non quantificabili, anche dal punto di vista metabolico e rigenerativo. L'essere umano ha una temperatura interna stabile a 37 gradi e durante la crioterapia fortunatamente non bastano 3 minuti per far scendere la temperatura interna alla soglia dei 27 gradi, considerata a rischio di arresto cardiaco. Tuttavia quando una persona si espone ad una temperatura così bassa e innaturale, il sangue viene richiamato d'urgenza negli organi vitali (cuore, cervello, fegato e polmoni) per mantenere il core, ovvero la temperatura interna e l'ossigenazione vitale, mentre quando si esce dalla criosauna avviene l'effetto opposto, ovvero una vasodilatazione per riscaldare le parti periferiche, in pratica un effetto di «pompa vascolare» che regala una immediata sensazione di benessere fisico, lo stesso che si prova, in forma molto minore, dopo una doccia gelata e tonificante.
Tutto qui, il meccanismo d'azione è esclusivamente questo, e la stessa Fda (Food and Drug Administration) già da anni ha confermato che non esiste alcuna evidenza scientifica della efficacia di tale pratica per curare asma, psoriasi, dermatiti, sovrappeso, ipercolesterolemia, per ringiovanire il corpo, i muscoli e la pelle, o per ottenere altri effetti terapeutici desiderati.
In alcuni centri Longevity viene utilizzata una nuova generazione di «Criocamere elettriche» che non funzionano azoto con liquido, permettono un raffreddamento più graduale ed omogeneo del corpo, a temperature più alte, assicurando trattamenti più sicuri e performanti, ma la sostanza non cambia, perché l'accelerazione del metabolismo fino a 7 volte in ambiente criogenico per far bruciare rapidamente centinaia di calorie in tre minuti e facilitare la perdita di peso, mantenendo la massa muscolare, come pubblicizzato, è una chimera o pura suggestione.
E tutta la letteratura scientifica internazionale è concorde nel definire la crioterapia non una «terapia», bensì una stimolazione vascolare a volte utile per il recupero degli atleti nella medicina sportiva, ma inefficace a fini estetici, e certamente non un elisir per la perduta giovinezza.
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