I dem si consegnano a Letta Il primo nodo: l'asse col M5s

Oggi l'assemblea incorona l'ex premier segretario fino al 2023. Come vice avrà due donne: Pinotti e Ascani

I dem si consegnano a Letta Il primo nodo: l'asse col M5s

Un segretario unitario in un Pd ancora spaccato. L'era Letta inizia con lo schema Zingaretti: oggi l'assemblea nazionale consegnerà le chiavi del partito nelle mani dell'ex presidente del Consiglio Enrico Letta, richiamato a furor di popolo da Parigi per ricostruire un Pd precipitato nei consensi. Ma i nodi che hanno spinto alle dimissioni Nicola Zingaretti restano sul tavolo irrisolti. Alleanza con il M55 o vocazione maggioritaria? Sfondamento al centro o riproposizione dell'Ulivo? Letta rischia di essere un segretario già imbrigliato nella rete delle correnti. I filo-grillini del Pd, da Goffredo Bettini a Dario Franceschini, stilano un documento di sostegno al futuro leader del Pd. Ma chiedono di continuare sulla strada del patto giallorosso che ha dato vita al Conte due. Base riformista, la corrente degli ex renziani Luca Lotti e Lorenzo Guerini, danno il via libera a Letta ma pongono due condizioni: autonomia dal M55 e congresso. «Pronti a fare la nostra parte, portare le nostre idee, dare il nostro contributo. Ma la richiesta del congresso resta sul tavolo. Sappiamo che è impraticabile farlo oggi, nel momento in cui gli italiani stanno combattendo contro il virus. A Zingaretti abbiamo chiesto, e a dire il vero non solo noi, un confronto sull'identità e sul futuro del Pd. Siamo dell'idea che questo tema debba riguardare i nostri iscritti e militanti: è doveroso coinvolgere la base e appena possibile farla esprimere. Un confronto che riguarderà anche le alleanze e il rapporto con il Movimento 5 Stelle» dice in un'intervista al Messaggero Luca Lotti.

Si ritorna al punto di partenza. Il futuro leader del Pd sente i big: Prodi, Veltroni, D'Alema, Delrio. In agenda è fissato (forse il primo) un incontro con il premier Mario Draghi. La mossa di Letta per scansare la trappola non è un congresso ma una discussione che coinvolga i circoli. Con un orizzonte: il 2023. Quando scadrà il mandato da segretario. Si riparte dalla base, insomma. E l'avventura di Letta inizia dal circolo del suo quartiere Testaccio. Poco dopo le 11 di ieri Letta si è presentato al circolo. Pochi militanti: una visita a sorpresa. Letta incontra il segretario romano Andrea Casu e la presidente del I municipio Sabrina Alfonsi. I militanti lo hanno accolto con uno striscione con scritto «Daje Enriì, ripiamose sti cocci» sotto il quale Letta si è fatto fotografare. È lo stesso ex premier a pubblicare sul suo profilo twitter l'immagine. La visita serve a lanciare un messaggio: il nodo sul rapporto con i Cinque stelle sarà sciolto dai militanti.

Il coinvolgimento della base sarà il tema centrale del discorso che Letta questa mattina terrà poco prima di mezzogiorno ai delegati collegati via web all'assemblea. Al Nazareno saranno presenti il presidente Valentina Cuppi con le vice presidenti Anna Ascani e Debora Serracchiani e il gruppo di dirigenti. La mozione per Letta segretario vola verso l'unanimità: raccolte circa 600 adesioni. Più di 250 arrivano dall'area che fa capo al ministro del Lavoro Andrea Orlando. Mentre gli ex renziani precisano: «Nessuna raccolta firme». Letta incassa l'appoggio del delegato più giovane: Giovanni Crisanti, 21 anni. Verso il via libera anche Matteo Orfini, l'ex presidente del Pd che riunisce la corrente dei Giovani Turchi. Nella segreteria di Letta dovrebbero trovare posto due vice donna. In quota maggioranza la scelta dovrebbe ricadere sull'ex ministro Roberta Pinotti.

Un altro vice, donna, andrà agli ex renziani di Base riformista. Tra i nomi che circolano Alessia Morani. Dopo l'esordio in tv al programma Propaganda Live di Diego Bianchi, l'ex premier sarà ospite di Fabio Fazio. L'esilio di Enrico è terminato.

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