I due eserciti sono a pezzi. Ma Londra lancia l'allarme. "Pronti alla guerra in Ue"

Gli 007: "Morale instabile e casi di diserzione". La lettera del capo di Stato maggiore britannico

I due eserciti sono a pezzi. Ma Londra lancia l'allarme. "Pronti alla guerra in Ue"

Che guerra fa? Al giorno 116 bisogna chiedersi come stanno i due fronti e che cosa dobbiamo aspettarci mentre ci apprestiamo a girare la boa del quarto mese.

Partiamo dai due eserciti nemici, che appaiono stanchi e demotivati. Ci affidiamo volentieri all'analisi dell'intelligence britannica, che negli ultimi mesi è sempre stata acuta nel fare il punto della situazione: secondo Londra sia tra gli ucraini sia tra i russi si verificano numerosi casi di diserzione o insubordinazione. In particolare il morale dell'esercito putiniano appare particolarmente basso malgrado la piega positiva che hanno preso nelle ultime settimane le operazioni militari soprattutto nel Donbass. Si sarebbero verificati casi di intere unità russe che hanno rifiutato ordini, provocando scontri accesi tra ufficiali e le loro truppe. Tra i fattori che determinano il down tra i russi, una insufficiente percezione della leadership, la confusione sui reali obiettivi della guerra, la scarsa rotazione delle unità, le perdite molto pesanti e naturalmente lo stress da combattimento. E si sa che se eserciti motivati non bastano a vincere le guerre, eserciti demotivati certamente le perderanno.

Meno imparziale ma certamente significativa anche l'analisi del consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, secondo cui «i propagandisti russi sono preoccupati perché i difensori ucraini verranno addestrati all'estero prima di andare al fronte. Tutto questo perché l'Ucraina dà il massimo valore alla vita dei suoi cittadini. Chi è mobilitato in Russia non viene addestrato, ma mandato direttamente incontro alla morte come carne da cannone».

Elementi che non fanno che confermare che la guerra sarà lunga e incerta. E piena di incognite anche per i Paesi che finora sono stati solo indirettamente coinvolti. Il nuovo capo di stato maggiore britannico, il generale Sir Patrick Sanders, il primo «dal 1941 ad assumere il comando dell'esercito all'ombra di una guerra terrestre in Europa che coinvolge una grande potenza continentale», ha inviato una lettera a «tutti i gradi e ai dipendenti pubblici» per invitarli a tenersi pronti ad affrontare la minaccia russa che potrebbe diventare incombente. «L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia - scrive Sanders - sottolinea il nostro scopo principale, proteggere il Regno Unito ed essere pronti a combattere e vincere le guerre di terra, e rafforza l'esigenza di scoraggiare l'aggressione russa con la minaccia della forza. Il mondo è cambiato dal 24 febbraio e ora c'è l'imperativo categorico di forgiare un esercito in grado di combattere a fianco dei nostri alleati e di sconfiggere la Russia in battaglia».

Una visione troppo cupa e paranoica? Non certo per il generale, convinto che «siamo la generazione che deve preparare l'esercito a combattere ancora una volta in Europa». Per questo serve «accelerare la mobilitazione e la modernizzazione dell'Esercito per rafforzare la Nato e negare alla Russia la possibilità di occupare altre zone d'Europa».

E del resto anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg la vede più o meno allo stesso modo: la guerra in Ucraina potrebbe «andare avanti per anni», l'Occidente deve quindi essere

pronto a offrire a Kiev un supporto di lungo periodo «anche se i costi sono alti, non solo in termini militari ma anche per l'aumento dei costi dell'energia e dei beni alimentari».

La guerra è guerra. E non finirà presto.

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