I fedeli gridano al miracolo, ma è solo un chiodo

La corona oscilla per un tirante sganciato. Il prete: «È stato il vento». Ma i devoti insistono

I fedeli gridano al miracolo, ma è solo un chiodo

Diceva Chesterton che la cosa più incredibile dei miracoli è che qualche volta accadono per davvero. Qualche volta. Spesso si tratta di suggestioni, illusioni ottiche, equivoci. Ma guai a mettere il dito nella piaga della credulità popolare: allora anche la tonaca nera del prete più santo può incorrere in una sorta di «scomunica» sui social.

È quel che è successo a Pompei, la città degli scavi ma anche delle celeberrima Madonna. Qualche giorno fa, accade quel che non si era mai visto. La corona del rosario, poggiata sulla testa della statua di Maria, comincia a oscillare. Un dondolio che non passa inosservato. Qualcuno lo nota e accende le polveri della devozione. «È un miracolo, un miracolo». Un segno dall'alto. Un prodigio che rimbalza sui siti, di casa in casa, attraverso la comunità.

Tocca a don Ivan Licinio, vicerettore della Basilica, spegnere gli entusiasmi e offrire una soluzione più prosaica. «Da ieri - scrive su Facebook - ricevo telefonate e messaggi da tutta Italia su questa cosa del miracolo della corona della Madonna di Pompei». Ben visibile sulla facciata principale della Basilica. Ma non è cosi: «Ognuno è libero di interpretare e credere come vuole, ma i fatti dicono che semplicemente si è sganciato il tirante che fissa la corona alla base della statua». Altro che intervento dello Spirito. «Per questo motivo - riprende don Ivan - il vento ha fatto oscillare la corona per un po' fino a quando, grazie all'intervento dei Vigili del fuoco, è stato ripristinato l'aggancio».

Deludente? Pure peggio, come una profanazione per chi già svolazzava e si considerava il testimone privilegiato di un evento straordinario. Difficile, più difficile il ritorno all'ordinario per chi percepiva armonie celesti, anche se don Ivan prova a tracciare la strada: «Il vero miracolo capita quando il vento dello Spirito fa oscillare il cuore verso la conversione. Quando cambiamo vita, allora si che la Madonna è contenta». Lei si, ma i fedeli, non tutti per carità, nemmeno un po'.

«Non mi fa piacere - replica Bruna - leggere da un uomo di fede una tale, lapidaria risposta. Sono delusa, amareggiata, avrei preferito leggere che l'evento può avere una spiegazione ma è bello abbia suscitato curiosità». Ancora più tranchant Isabella: «Il caso non esiste. Tutto è voluto o permesso da Dio». Dunque, se c'è stato, e c'è stato quel dondolio, non è stato per una fatalità. Isabella non costruisce una teologia alternativa, ma non si arrende. Come Rosa: «Lei ci dice: non abbiate timore, pregate, e questo è il modo per farlo».

Nessuna intenzione di indietreggiare. Anche Cecilia punta i piedi: «Io sono stata lì in istituto quando ero piccola. La corona è sempre stata al suo posto quando c'era vento, pioggia o temporale. Quando ho visto il video mi sono venuti i brividi».

Si, perchè nell'epoca di internet e dello streaming ci sono anche le immagini e qualcuno può perfino coltivare la speranza impossibile di catturare con le proprie mani il mistero.

La realtà, però, è un po' diversa. Il cristianesimo ha davvero la pretesa di scaldare i cuori e non è un grande tendone da circo.

Don Ivan, noto alle cronache per aver polemizzato con Matteo Salvini, sottolinea solo una semplice verità: i miracoli riconosciuti, quelli certificati dai Vangeli, curavano la carne ma erano rivolti allo spirito spesso indurito e inaridito degli uomini e delle donne del tempo. Da allora non è cambiato niente.

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