Il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, è indagato insieme ad altre tre persone dalla Procura della Repubblica di Cagliari per concorso in corruzione e concorso in riciclaggio. L'accusa nasce da un doppio filone d'indagine che riguarda l'acquisto di una casa da parte del governatore e la nomina del direttore generale di Enpi CBC, Roberto Raimondi, anch'egli indagato. Gli altri due iscritti nel registro sono il consulente del presidente Christian Stevelli e l'imprenditore Roberto Zedda. Al centro dell'inchiesta c'è la compravendita di una villa al quartiere del Sole, a pochi centinaia di metri dalla spiaggia del Poetto di Cagliari, e la nomina di un dirigente. Della casa in via dei Tritoni si era già parlato nel 2021, quando la Procura aprì un fascicolo esplorativo senza ipotesi di reato e senza indagati a seguito di una serie di esposti anonimi fatti arrivare a palazzo di Giustizia. Già allora il presidente della Regione, in un lungo post su Facebook, aveva dichiarato la sua completata estraneità ai fatti ipotizzati parlando di «un caso mediatico fondato su ricostruzioni parziali e strumentali, su allusioni e accostamenti suggestivi, su gravi omissioni che orientano una lettura fuorviante». Ora, per quella compravendita, i magistrati lo hanno formalmente indagato per corruzione e riciclaggio. Gli inquirenti vogliono fare luce sui presunti legami con l'acquisto di alcuni terreni a Capoterra, riconducibili a Solinas, e per i quali l'imprenditore Zedda aveva versato una caparra che ammontava a svariate centinaia di migliaia di euro.
Due anni fa sul social, il governatore precisò che le proprietà in agro di Capoterra, «acquistate nel 2002 e sulle quali ho investito nel tempo impegno e risparmi», furono messe in vendita «pubblicizzandole su un sito immobiliare, al fine di poter acquistare la mia nuova abitazione così come credo faccia la maggior parte delle persone comuni». E ancora: «Con riferimento al contratto preliminare di compravendita di tre ettari di zona edificabile ed un ettaro di zona agricola sempre in agro di Capoterra, sottoscritto nel 2013, ancora una volta davanti ad un notaio, voglio sottolineare che non si è mai addivenuti alla stipula dell'atto definitivo in quanto il compianto promissario acquirente è venuto a mancare; il contratto preliminare è stato però consensualmente risolto con gli eredi, ai quali ho restituito per intero la caparra a suo tempo versata mediante rogito notarile regolarmente registrato».
Dalla villa alle nomine. È l'altro filone d'indagine aperto dalla Procura e si riferisce a presunte pressioni per la nomina di Roberto Raimondi a direttore generale dell'Ufficio dell'autorità di gestione del programma operativo Eni Cbc, Bacino del Mediterraneo. Perplessità sulla nomina erano state sollevate in Consiglio regionale dal presidente dei Progressisti Massimo Zedda, che aveva chiesto se Raimondi fosse lo stesso che compariva nei Panama Papers, circostanza poi smentita dall'interessato. Solinas è rappresentato dall'avvocato Salvatore Casula, Stevelli da Valerio Pirisi, mentre Zedda si è affidato ai legali Guido Manca Bitti e a Francesco Marongiu.
: il nome del dg era risuonato anche in Consiglio regionale, quando Massimo Zedda (Progressisti) aveva ipotizzato un suo legame con lo scandalo dei paradisi fiscali emersi con i Panama Papers. Connessione che il diretto interessato aveva smentito seccamente.