Per i negazionisti meglio morire che curarsi. Gli anestesisti: "Assisterli è un obbligo etico"

Bologna, No Vax operato: con un laccio emostatico voleva bloccare il siero

Per i negazionisti meglio morire che curarsi. Gli anestesisti: "Assisterli è un obbligo etico"

È già accaduto molte volte, l'ultima pochi giorni fa con un veneto di 48 anni deceduto per non essersi fatto intubare nonostante il figlio più grande lo avesse supplicato di cambiare idea in videochiamata. In Puglia alcuni malati dopo il ricovero hanno chiesto di parlare con un avvocato per avere garanzie di non essere intubati. In Emilia Romagna un paziente è stato operato d'urgenza dopo aver tentato di impedire al vaccino, fatto per poter lavorare, di circolare nel suo corpo. Su dieci persone non vaccinate che arrivano in ospedale, quattro non vogliono essere sottoposte ai trattamenti necessari a tenerli in vita. Situazioni sempre più frequenti e difficili da affrontare per anestesisti e rianimatori, che si trovano con le mani legate. Per questo la Siaarti, la Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva, ha scritto ai suoi associati per dar loro indicazioni su come comportarsi di fronte a pazienti che rifiutano le cure o a familiari che interferiscono chiedendo terapie diverse da quelle ritenute opportune dai dottori. Sollecitandoli ad insistere per quanto possibile per cercare di far cambiare idea a chi si ostina a dire no ai trattamenti necessari, evitando di dare giudizi.

Il documento, messo a punto dalla commissione etica presieduta da Alberto Giannini, primario anestetista a Brescia, è stato anticipato dal sito del Corriere della Sera. Per la Siaarti tutto questo «rappresenta un aspetto gravoso e doloroso per i medici e per gli infermieri delle terapie intensive, che sono impegnati con dedizione ogni giorno in uno strenuo lavoro per curare i pazienti e cercare di offrire loro chance di guarigione e di vita piena». Gli capita invece di veder morire persone che avrebbero potuto salvarsi, nella consapevolezza che nessun trattamento, anche «salva vita» può essere imposto. «Anche sotto il profilo etico, non è possibile ipotizzare condotte differenti», scrive la Siaarti, chiedendo però ad anestesisti e rianimatori di non limitarsi a prendere atto della volontà del paziente ma se è possibile di dedicargli del tempo per cercare di farlo ragionare. Anche nei confronti dei malati più ostinati «non deve mai venir meno un atteggiamento rispettoso e non giudicante». Mai abbandonarli.

Dopo il caso del No vax morto a Vicenza, il primario della Rianimazione dell'ospedale San Bortolo, Vinicio Danzi, ha indirizzato idealmente una lettera a chi dice no alle cure pubblicata dal Corriere del Veneto. «Non siamo vostri nemici - ha scritto - non seguite false illusioni e mistificazioni della realtà che acquisite dal web o falsi miti propinati anche da colleghi che nella luce della ribalta appaiono come guru della medicina. Di Covid si muore, non dateci anche il peso di vedere vite che si spengono per un'assurda visione distorta della realtà.

Ascoltateci. La rianimazione è come un ponte su cui vi poniamo raccogliendovi dal ciglio e sostenendo le vostre funzioni vitali finché la natura, i farmaci o l'intervento chirurgico possano risolvere la cosa. Siamo con voi».

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