L’Anpi riceve fondi dallo Stato anche se i partigiani veri sono solo 4000 su 129mila tesserati. Tutti gli altri sono parenti o simpatizzanti e tra questi, per sua stessa ammissione ci sarebbe anche l’ex premier Matteo Renzi.
La maggior parte dei nuovi iscritti, (circa 4-5mila), si legge su La Verità, sono antifascisti militanti che difendono i diritti dei migranti o degli Lgbt. E, intanto, a 73 anni di distanza dal secondo conflitto mondiale, l’Anpi continua a ricevere fondi statali per sostenere finanziariamente le spese per i 107 comitati provinciali, le 1.500 sezioni, i 17 coordinamenti regionali e le 9 sedi estere. Il ministero della Difesa, nel 2017, ha stanziato 100.000 euro. Considerando che gli iscritti pagano una quota fissa annuale di 15 euro, a dicembre, grazie al tesseramento, l’Anpi avrà incassato 1.935.000 euro, mentre dal 5x1000 ha ricevuto 250.302 nel 2016. In totale si arriva a circa 2,5 milioni e dalla partecipazione alle varie attività sul territorio arrivano ancora altri soldi. L’associazione, che per la prima volta è guidata da una donna e per giunta una non ex partigiana, ottiene spazi pubblici gratuiti e contributi grazie a eventi quali le “camminate partigiane” di Vercelli o l’evento ‘Razza umana’ di Mantova. L’Anpi ha patrocinato anche il Roma pride dello scorso giugno e protestato contro l’incontro tra il ministro Salvini e il premier ungherese Orban. È stata al fianco delle “magliette rosse” e ha espresso la sua solidarietà alle femministe della Casa delle donne chiusa a Roma. Solo la Regione Toscana nel 2015 ha stanziato 11.000 euro per la celebrazione di alcune manifestazioni.
Poi c’è anche l’Associazione italiana combattenti volontari antifascisti in Spagna, che riceve dalla Difesa ben 26.000 euro ma fa pagare quote ai tesserati. O l' Associazione nazionale partigiani cristiani che, per la prima volta, nel 2018, ha ricevuto 40.000 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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