Sono più di tre mesi che i nostri soldati impegnati nelle missioni di pace all'estero sono senza soldi. Il governo li ha mandati in trincea, ma si è dimenticato di scrivere e approvare il nuovo "decreto missioni" che assicura copertura economica alle operazioni militari del Belpaese. Una dimenticanza? Forse. Ma grave. Almeno è questo quello che emerge da una interrogazione a risposta orale presentata da Sel alla Camera.
Quello che stupisce è che il governo, nonostante l'esortazione dei parlamentari sia stata presentata l'8 aprile, ancora non abbia trovato modo di rispondere. Eppure l'accusa è forte: aver lasciato i nostri militari al fronte senza soldi. Mica niente, considerando che i nostri reparti sono impegnati in Libia, Afghanistan, Libano e che non mancano le divise tricolori nemmeno in Africa. Si parla di 4.500/5.000 effettivi. In pratica, le missioni di pace vengono rifinanziate di sei mesi in sei mesi con un atto del governo. Peccato a questa volta dalle parti di Palazzo Chigi si siano dimenticati di preparare il nuovo decreto alla scadenza di quello precedente. Quindi dall'inizio del 2016 le nostre Forze Armate sono in guerra, ma ufficialmente senza l'appoggio economico del Paese che li ha inviati a combattere.
A discolpa del Governo va aggiunto che è in cantiere una legge per slegare il rifanziamento delle missioni dalla decretazione d'urgenza. Evitando così di doverle ridiscutere ogni sei mesi. Solo che la Legge è impantanata alla Camera molto (troppo) tempo e intanto il decreto del 2015 è scaduto. Non si poteva assicurare, almeno, il rinnovo? Evidentemente no, così sono scaduti i "25 milioni di euro per la proroga della partecipazione di personale militare alle missioni nei Balcani" e il milione e rotti di euro "per la prosecuzione dei programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania". La lista è infinita: ci sono anche i 55milioni di euro "per la partecipazione di personale militare in Afghanistan" e molte, molte altre. Senza fondi anche la lotta al terrorismo e all'Isis. Il decreto missioni, infatti, avrebbe dovuto rinnovare anche i 64 milioni "per la proroga della partecipazione di personale militare alle attivita' della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh" e i 24 milioni "di potenziamento del dispositivo aeronavale di sorveglianza e sicurezza nel Mediterraneo centrale" per il "contrasto del terrorismo". Amen. Si parla in totale di circa 1,2 miliardi di euro.
A parole si combatte il terrore
islamico, ma poi ci dimentichiamo di assicurare i soldi a chi ci difende: nemmeno le indennità di missione, quindi gli stipendi dei soldati, sono stati finanziati. Abbandonati dal Paese che vanno a difendere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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