I tre stupri del senegalese: "Inchiodato dal Dna"

In cella solo 24 ore per una violenza nel 2014 Ora in arresto per altri 2 casi. L'ira di Salvini

I tre stupri del senegalese: "Inchiodato dal Dna"

Si era fatto un giorno di galera. Solo ventiquattro ore. Poi era uscito di prigione, libero di far del male, di continuare a stuprare giovani donne, una dopo l'altra, come fosse una collezione.

Ora Diop Moustapha, muratore senegalese ventinovenne residente a Verdellino, si trova di nuovo dietro le sbarre. E c'è da sperare che ci resti. Lo straniero il 7 giugno scorso era entrato in un centro estetico, a Osio Sotto, nel Bergamasco. Aveva sorpreso la commessa, una ragazza di 27 anni avvicinandosi alla cassa e arraffando duecento euro. Poi, non contento, le aveva messo una mano sulla bocca e l'aveva violentata, sotto la minaccia di un coltello. Era quindi fuggito, facendo perdere le tracce. Immediata la richiesta di aiuto. La giovane era stata ricoverata all'ospedale di Zingonia mentre i carabinieri della compagnia di Treviglio individuavano tracce di materiale biologico e sequestravano i suoi indumenti, per inviarli ai Ris di Parma. Quel volto era rimasto scolpito nella memoria della ragazza, che l'aveva descritto alla perfezione ai carabinieri. Le indagini dei militari portavano tutte in direzione del senegalese. La ventisettenne lo aveva infatti individuato su un album fotografico mostrato dagli inquirenti, dal momento che l'africano era schedato perché noto alle forze dell'ordine. Poi lei lo aveva anche riconosciuto in un confronto all'americana. Il 25 giugno i militari erano arrivati a Ciserano ma genitori e fratelli dello straniero avevano cercato di coprirlo, depistando le indagini, dicendo che si trovava in Spagna da più un mese. Inutile coprirlo. Due giorni fa, infatti, sono arrivati anche i risultati delle analisi del Dna, che lo inchiodano alle sue responsabilità

Responsabilità che non finiscono qui. Una settimana dopo lo stupro della commessa del centro estetico il balordo aveva violentato anche una prostituta lituana, sempre a Osio Sotto. Ad aiutarla un'amica, che aveva ricordato episodi simili. Lo stesso, a novembre dell'anno scorso, aveva rapinato e tentato di stuprare un'altra prostituta, che era appartata con un cliente nella stessa zona. Ma questa volta gli era andata male e la vittima era riuscita a sfuggire.

«Si tratta di un individuo con già dei precedenti specifici e che quindi potremmo definire un violentatore seriale», ha detto il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Paolo Storoni, affiancato dal pm Carmen Pugliese. «È stata un'indagine che ha visto in azione una squadra ben formata con i carabinieri da un lato e la procura dall'altro, ciascuno con i propri ruoli, ma ben amalgamati», ha detto il pm. L'uomo nel 2014 era già stato condannato a un anno e 2 mesi per violenza sessuale per aver aggredito una donna in un parcheggio, sempre a Osio. La pena era stata sospesa e aveva scontato un solo giorno in carcere.

«Già condannato nel 2014 per violenza sessuale, uscì di galera dopo 24

ore - ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini -. Perché?? Per scelta di chi??? E pochi giorni fa l'ha rifatto. Roba da matti. Castrazione chimica e stop, che il Parlamento si svegli e approvi la proposta della Lega».

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