Imbucati dei vaccini. Sileri: "Vanno indagati"

Prima dei medici 400mila impiegati. Il vice ministro: "Dati regionali da verificare"

Imbucati dei vaccini. Sileri: "Vanno indagati"

La situazione è molto spiacevole, verrebbe quasi da dire molto italiana, e anche il governo adesso prende posizione, per fare cosa ancora non si sa. Sul caso dei 400mila italiani, quasi un terzo del totale, che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid-19, senza essere operatori sanitari è sceso in campo il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri intervistato a 24Mattino su Radio 24.: «Voglio sperare che questi 400mila siano personale che lavora nelle strutture ospedaliere e nelle Rsa, quindi personale a rischio - ha spiegato annunciando controlli a tappeto - Sono flussi di dati delle Regioni, che devono essere verificati». Il suo dubbio è quasi una certezza. «Voglio sperare che non siano i cosiddetti imbucati che purtroppo abbiamo visto ampiamente in servizi televisivi e sui giornali. Questo sarebbe estremamente grave. E laddove sia accaduto, devono intervenire le autorità giudiziarie».

La denuncia era partita dal presidente Fnomceo, Filippo Anelliche aveva rivelato che solamente erano 790.251 le dosi di vaccino somministrate agli operatori sanitari, su un totale di 1.312.275, mentre 397.583 dosi sono state invece iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio come ad esempio quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80. Sempre secondo Anelli è inaccettabile perché non si tratterebbe di categorie a rischio. Quando invece altri, come gli odontoiatri e i medici liberi professionisti non sono stati previsti nella prima fase della campagna come chiede da tempo la federazione degli Ordini dei medici. Anelli ha aggiunto in un'intervista a Open, che non si tratta di dare degli imbucati al personale degli ospedali non direttamente sanitario, come certi impiegati amministrativi o gli addetti delle pulizie, per esempio, visto che sono stati inseriti tra gli aventi diritto con massima priorità, ma di chiedersi perché altri che lavorano fuori dagli ospedali, come i dentisti, debbano venire dopo.

Sulla stessa linea anche Carlo Palermo, segretario nazionale dell'Anaao, Assomed, il sindacato dei medici: «Sulla somministrazione dei vaccini si sono verificati un fatti spiacevoli: circa un terzo delle dosi somministrate sono andate a personale amministrativo. Io ne faccio una questione di funzioni svolte. Tutti i profili professionali che lavorano in prima linea dovrebbero avere una precedenza».

Nelle Faq su vaccini e vaccinazioni del Commissario straordinario e Ministero della Salute si parla di «operatori sanitari e sociosanitari in prima linea, sia pubblici che privati accreditati» e poi dei «residenti e

personale dei presidi residenziali per anziani». Il dubbio, sembra quindi riguardare il personale amministrativo che rappresenta un'area di mezzo enorme. Il dubbio è che ognuno forse ha interpretato le norme secondo convenienza.

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