"Impossibile usare Canadair". Ma è polemica sui ritardi

Il restauro da 6 milioni doveva finire nel 2022. Cantiere deserto a quell'ora. Il sito è irraggiungibile con i camion

"Impossibile usare Canadair". Ma è polemica sui ritardi

Gli incendi causati da ristrutturazioni a Parigi sono piuttosto frequenti nei palazzi più antichi, al punto che le impalcature sono spesso ignifughe. Allora perché a Notre-Dame, che vanta sistemi di allarme ultra-moderni, con lavori in corso da giorni, non c'è stato un tempestivo avviso? Questo l'interrogativo che affligge la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, che proprio in questi giorni ha visto il commissariato di Etampes, da tempo considerato uno dei più vetusti di Francia per la sua antichità e rischio incendi, chiudere i battenti, trasferendo il personale in un prefabbricato. Costo dell'operazione: 500mila euro.

A Notre-Dame, invece, è successo l'inimmaginabile. Rémy Heitz, procuratore capo della capitale francese, non si spinge in ipotesi. Ma la dinamica ha spinto la procura ad aprire un'inchiesta appena due ore dopo l'accaduto. Corto circuito, difetto di lavoro, fatalità o errore umano? Niente feriti, probabilmente però qualche responsabilità umana nella definizione dei rischi potenziali legati al restauro ci sarebbe. L'operazione maquillage da 6 milioni di euro sarebbe dovuta finire nel 2022. Ieri, all'ora dell'incendio, il cantiere di legno e metallo era deserto. Nessun operaio. L'impotenza dei pompieri è stata solo la diretta conseguenza dell'incendio propagato tra le decine di travi di legno, la «foresta» di assi che caratterizza l'interno della cattedrale.

«La sorte della guglia, anch'essa di legno al suo interno, è stata affidata al caso?», ci si interroga. Impossibile contare i danni. Delle tre reliquie, solo il ricordo. Una situazione di emergenza in cui i Canadair sarebbero potuti arrivare in pochi minuti. Si è scelto invece - giustamente secondo gli esperti: l'acqua dall'alto avrebbe potuto causare il crollo - di non sversare tonnellate d'acqua dal cielo per non aggravare il danno. Sito difficilmente raggiungibile anche per i camion: ecco perché solo pochi pompieri - dei 400 intervenuti - sono riusciti a entrare per tempo. Potendo fare ben poco. Ed ecco perché si punta il dito sulle misure di sicurezza.

Il fuoco si è propagato in fretta tra il legno. Il tetto di Notre-Dame brucia ed è la prima volta nella storia: neppure durante la rivoluzione francese la cattedrale è mai stata dissacrata a tal punto. Invasa, sì. Mutilata, anche. Ma mai data alle completamente alle fiamme. Negli ultimi anni Notre-Dame era stata ricoperta di sabbia in parti della struttura proprio per essere più protetta; l'ultima volta lo scorso luglio. L'incendio tocca il cuore della Francia e dell'Europa intera, ma ricadrà tutto sullo Stato francese. La cattedrale è proprietà della République, non del Vaticano. Valore nazionale condiviso con Mont Saint-Michel e Versailles.

Il rischio terroristico escluso immediatamente e mille domande scatenate dalla rabbia. «C'è un piano di emergenza, ma è molto difficile per i pompieri avere accesso», spiega Emmanuel Grégoire, vicesindaco di Parigi. Ma i dubbi crescono. I vigili del fuoco hanno impiegato diversi minuti per intervenire, non per inadempienza ma per la specifica paesaggistica. Esclusi sabotaggi. I sistemi d'allarme servono proprio a questo. Allora cosa non ha funzionato?

Da qualche giorno la cattedrale è oggetto, per così dire, di un lifting: alcune opere sono state messe da parte ma i turisti hanno libero accesso. Come sia possibile dunque che, alla vigilia di Pasqua, parte del tetto della cattedrale sia stato lasciato senza protezioni o particolari supervisioni? Non solo la guglia è stata avvolta dal fuoco, ma anche il campanile. La campana si è fusa a 93 metri di altezza. La cattedrale si è scomposta sotto gli occhi del mondo.

Tutt'intorno «l'isola» raggiungibile dai ponti. Gli interrogativi si susseguono.

Giovedì, 16 statue di 250 chili erano state trascinate a circa 50 metri d'altezza proprio per lasciare spazio ai lavori di rinnovamento della guglia. I 12 apostoli e quattro evangelisti, risiedevano nella cattedrale dal 1860, quando Viollet-le-Duc intraprese il primo grande restauro. Il nuovo cantiere lascia cenere e fumo e lacrime tutt'intorno.

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