Influenze russe, nel mirino Strasburgo e Bruxelles

Perquisite le sedi dell'Ue. Sotto accusa l'assistente di un membro dell'Afd

Influenze russe, nel mirino Strasburgo e Bruxelles
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Che da anni, ben prima dell'invasione in Ucraina, l Russia abbia aperto i cordoni della borsa per piazzare qua e là amici, propagandisti e persone di fiducia che potessero veicolare messaggi molti interessati è cosa nota. Che le infiltrazioni fossero arrivate fino al cuore della democrazia europea, il Parlamento di Bruxelles, è invece cosa più recente ma per questo non meno inquietante. E così, dopo il via dell'inchiesta dello scorso aprile, ieri la polizia giudiziaria belga è entrata materialmente nelle sedi di Strasburgo e Bruxelles per perquisire la casa e l'ufficio di un dipendente del Parlamento europeo. Nel mirino, per ora, Guillame Pradoura, ex assistente parlamentare di Maximilian Krah, esponente dell'AfD, il partito di estrema destra tedesco, passato poi a lavorare nello staff di Marcel De Graa, anche lui estremista ma questa volta olandese. Secondo la Procura federale, «ci sono indicazioni che il dipendente in questione abbia svolto un ruolo importante nel quadro dell'indagine secondo cui la Russia avrebbe avvicinato e pagato membri del Parlamento europeo per promuovere la propaganda russa tramite il sito web Voice of Europe».

Pradoura, che secondo l'inchiesta avrebbe anche avuto un ruolo nella vicenda del lasciapassare parlamentare a una presunta spia russa arrestata in Polonia, non è nuovo a guai. In Rete è tornata di moda una sua foto che lo ritrae travestito da ebreo ortodosso a scopo di scherno, motivo per cui nel maggio 2019 fu espulso dal partito di Marine Le Pen, Rassemblement National, perché accusato di antisemitismo. Il parlamentare De Graaf invece si è dimostrato più volte in piena sintonia con la propaganda russa, anche con interventi accorti in aula. Come quando il 10 aprile scorso, tra le altre cose, disse che «l'Unione europea è contro la vita attraverso l'aborto, attraverso le vaccinazioni, attraverso i danni al cibo e all'acqua, all'industria e al lavoro. Attraverso le tasse che portano alla povertà, attraverso l'esaltazione della sessualità perversa, attraverso l'immigrazione di massa che mina ogni valore e cultura cristiana. E il danno peggiore alla vita è il campo di battaglia della guerra».

L'inchiesta ha portato anche all'oscuramento in Europa del sito Voice of Europe, finito nel mirino anche delle autorità della Repubblica Ceca.

La testata, collegata all'ex-oligarca ucraino Viktor Medvedchuk, amico personale di Vladimir Putin, avrebbe pagato politici di almeno sei Stati membri, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia, Ungheria e Polonia, per influenzare il dibattito politico e l'opinione pubblica. Oscurati per lo stesso motivo anche i propagandaiti russi Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta. Ma probabilmente è solo la punta dell'iceberg delle infleunze russe.

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