Intelligenza artificiale, Musk vuol comprare OpenAi

L'offerta dell'imprenditore: 97,4 miliardi per il controllo di ChatGpt. Il rifiuto del ceo Altman

Intelligenza artificiale, Musk vuol comprare OpenAi
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Mentre i «No Musk» sbarcano a Roma, il patron di Tesla fa spallucce e dopo «X» pensa a nuove acquisizioni. Secondo il Wall Street Journal, un consorzio di investitori guidato dallo stesso Elon ha offerto 97,4 miliardi di dollari per acquistare la non-profit che controlla OpenAI, aumentando la posta in gioco nella sua battaglia con Sam Altman per il controllo dell'intelligenza artificiale ChatGpt. «È tempo che OpenAI torni alla forza open source e incentrata sulla sicurezza di una volta», ha affermato Musk in una dichiarazione fornita da uno dei suoi legali: «Faremo in modo che ciò accada». L'offerta è sostenuta dalla società di intelligenza artificiale di Musk, «xAI», che potrebbe fondersi con OpenAI in seguito a un difficile accordo. Il miliardario ha anche diversi investitori che lo sostengono, tra cui Valor Equity Partners, Baron Capital, Atreides Management, Vy Capital e 8VC, una società di venture capital guidata dal co-fondatore di Palantir Joe Lonsdale. Anche Ari Emanuel, Ceo della società di Hollywood Endeavor, sta sostenendo l'offerta tramite il suo fondo di investimento.

«No grazie, ma posso comprare twitter a 9,7 miliardi», la gelida replica di Altman. Lui e Musk hanno co-fondato OpenAI nel 2015 come ente di beneficenza. Nel 2019, dopo che Musk ha lasciato l'azienda e Altman è diventato amministratore delegato, OpenAI ha creato una sussidiaria a scopo di lucro che è servita come mezzo per raccogliere denaro da Microsoft e altri investitori. Musk negli ultimi tempi ha presentato una serie di denunce legali accusando OpenAI di aver tradito la sua missione non-profit originale creando un ramo a scopo di lucro e tramando con il suo più grande investitore, Microsoft, per dominare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale.

Intanto a Roma il neonato popolo «No Musk» ha iniziato a vandalizzare le Tesla che girano per la Capitale. Pochi giorni fa un'auto elettrica della casa automobilistica del miliardario sudafricano è stata imbrattata nel quartiere San Paolo con la scritta «Fuck Elon», mentre domenica, a Trastevere, alcuni ragazzi hanno preso a calci lo specchietto di un'altra Tesla.

Un terzo episodio molto simile a questi due sarebbe avvenuto una settimana fa anche nello storico quartiere della Garbatella. I proprietari delle auto, ovviamente, sembrano intenzionati a sporgere denuncia. Ma non è tutto. Proprio Welcome to Favelas, recentemente, è stata presa di mira dagli haters solo per aver annunciato una collaborazione con Tesla. «Nei giorni scorsi, alcuni rappresentanti europei di Elon Musk hanno avuto un incontro con gli amministratori di realtà social legate al mondo dell'informazione indipendente, tra cui, per l'Italia, Welcome to Favelas» si legge sul loro profilo in cui si precisa: «Al momento, le parti hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni ufficiali, ma l'incontro è stato giudicato dai partecipanti come necessario e molto stimolante».

Tanto è bastato per scatenare le ire dei «No Musk» nostrani, ma il boicottaggio e gli atti vandalici nei confronti di Tesla erano già partite negli Stati Uniti e in Germania

alcune settimane fa. In Colorado, un negozio Tesla non è stato solo vandalizzato, ma proprio preso di mira dai piromani per ben tre volte. Le motivazioni politiche del gesto sono state esplicitate dalla scritta «Nazi Cars».

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