"Io, sommersa da sangue e cadaveri salvata da un angelo sconosciuto"

Isobel, 23 anni: "Un ragazzo mi ha tenuto la mano, poi mi ha dato abiti puliti per cambiare quelli sporchi di sangue"

"Io, sommersa da sangue e cadaveri  salvata da un angelo sconosciuto"

Isobel, fino a ieri, pensava che l'angelo custode fosse roba per bambini. Cose da catechismo. E lei la prima comunione l'aveva fatta da un pezzo. Per conoscere il suo angelo custode ha dovuto attendere 26 anni: gli anni appunto di Isabel. Ma l' angelo ha aspettato fino a venerdì scorso per farsi «vedere» dalla sua «custodita». Un angelo che ha assunto le sembianze di uno sconosciuto, salvando Isobel: schiacciata dai cadaveri, sommersa dal sangue, braccata da killer islamici che sparavano nel mucchio. «Era solo un venerdì sera, un concerto rock, in cui la gente si divertiva, ballava, cantava, era felice. Non pensi mai possa accadere a te», scrive Isobel. «Poi invece accade. La follia omicida degli uomini che sparano all'impazzata e uccidono quelli che fino a poco tempo prima erano lì accanto a te a godersi un concerto. Quelle immagini mi perseguiteranno per tutta la vita. Immagine di depravazione dell'essere umano, di nessuna considerazione per la vita». Ma la suggestione di questa testimonianza sta anche nella luce che Isobel accende intorno al suo angelo. «Per l'uomo che mi ha rassicurato tutto il tempo mentre era a terra, per le persone che ci hanno aperto le porte per accoglierci, per tutti coloro che hanno aiutato la nostra fuga, per quelli che mi hanno comprato vestiti nuovi, togliendomi di dosso quelli sporchi di sangue. Tutto questo mi fa credere che questo mondo ha il potenziale per essere migliore». «Non lasciamo che tanta malvagità vinca. Spetta a noi essere migliori», conclude Isobel. «Spetta noi vivere la vita che queste vittime innocenti sognavamo, ma non saranno più in grado di vivere. Riposate in pace, angeli. Non sarete mai dimenticati». Isobel, come altre centinaia di giovani, nella sera della strage si trovava a Bataclan, il teatro preso di mira dai terroristi forse anche perché i proprietari della sala sono di origine ebraica e attivisti filo-israeliani. A poche centinai di metri dal Bataclan, un altro «angelo custode», Safer, musulmano, salvava vite mentre i i servi del Califfo provvedevano a ghermirle senza pietà a decine di innocenti avventori del caffè «Petit Cambodge». «Questo è Safer. Lavora in uno dei ristoranti attaccati e ha salvato la vita di due donne, rimaste ferite nell'attacco». A rivelarlo è James Longman, reporter della Bbc, che ieri ha postato su Twitter l'immagine del cameriere eroe , subito poi diventata virale. Un caso che ha ricordato Lassana Bathily, il commesso musulamno originario del Mali, che nell'attentato del negozio Hyper Cacher di Parigi il 9 genaio scorso salvò la vita di molti. E ha da raccontare anche Laura, 46 anni : «Anch'io ho incontrato il mio «angelo custode». Mi ha aiutato a fuggire sui tetti dopo essere stata colpita alla spalla da un proiettile». Si emoziona raccontando: «I terroristi erano vicino a me, sono salva per miracolo». Il suo «angelo» ha un nome e un cognome: si chiama Massimiliano, 45 anni, e di Laura è l'amico di sempre. Insieme erano andato al Bataclan per il concerto. Insieme hanno rischiato di morire. Insieme si sono salvati. Anche Massimiliano se l'è vista brutta: «Io fingevo di essere morto quando mi guardavano gli jihadisti , poi, quando voltavano lo sguardo, strisciavo via. Poi abbiamo sentito un'esplosione provocata dalle forze speciali e credo che abbiano ucciso i terroristi». Il momento più bello? «Quando ho potuto riabbracciare Laura». «Ho camminato sui cadaveri e mi sono ritrovato con le scarpe sporche di sangue. Sono uscito calpestando i corpi delle persone uccise. E fuori dal locare c'erano altri morti stesi a terra».

É l'incubo che accompagnerà chissà fino a quando Cesar Lardon, 20 anni: anche lui uno dei giovani del Bataclan. A molti di loro è stata strappata la voglia di vivere. Ad altri - i più sfortunati - la vita stessa. I loro angeli custodi - in quel maledetto venerdì - si erano distratti.

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