Ira Trump: "Il giudice mi odia". E raccoglie 4 milioni in 24 ore

Boom di fondi dopo l'incriminazione. Caccia alla foto segnaletica. Che sarà l'immagine-icona delle elezioni

Ira Trump: "Il giudice mi odia". E raccoglie 4 milioni in 24 ore

New York. Dopo il procuratore distrettuale che lo ha incriminato, nel mirino di Donald Trump finisce il giudice che dovrebbe presiedere un eventuale processo. E intanto l'ex presidente americano sbanca la raccolta fondi. «Mi odia», ha scritto su Truth il tycoon in riferimento a Juan Manuel Merchan, il magistrato che dovrebbe esaminare il suo ruolo nel pagamento all'ex pornostar Stormy Daniels per comprarne il silenzio su una loro passata relazione. Il togato ha presieduto già il processo contro due società della Trump Organization e il loro ex chief financial officer, Allen Weisselberg, uno dei consiglieri più fidati di The Donald, sta anche supervisionando il procedimento per frode e riciclaggio contro Steve Bannon, l'ex capo stratega di Trump. «È un tribunale fantoccio», ha tuonato l'ex inquilino della Casa Bianca, che nel frattempo venerdì ha lanciato una nuova raccolta fondi chiamata «Rumored Details of My Arrest», indiscrezioni e dettagli sul mio arresto. Nelle sole ventiquattr'ore «successive alla persecuzione politica senza precedenti del procuratore di Manhattan Alvin Bragg ha raccolto oltre 4 milioni di dollari», ha riferito la sua campagna elettorale, accusando nuovamente il procuratore di una «palese interferenza contro il principale candidato presidenziale repubblicano». «Oltre il 25% dei fondi proviene da nuovi donatori», ha sottolineato ancora lo staff di Trump, il quale può contare sull'appoggio dei repubblicani, il 75% dei quali, stando a un sondaggio di Quinnipiac University, non ritiene che debba rinunciare alla corsa presidenziale.

Sono già in tanti, peraltro, a scommettere che la doppia foto segnaletica che verrà scattata a Trump, e quasi certamente sarà resa pubblica, diventi un'icona della campagna di Usa 2024. Il tycoon da parte sua ha intenzione di sfruttare al massimo l'occasione di mostrarsi come vittima di una persecuzione politica e insieme ai suoi alleati crede che le accuse penali portino un vantaggio politico, almeno in una corsa alle primarie. Infatti, l'ex presidente ha trascorso gran parte delle ultime due settimane, sia sui social media che durante il comizio in Texas, a cercare di amplificare l'indignazione tra i suoi sostenitori. Secondo diversi osservatori la sua strategia sarà quella di trascinare il procedimento il più avanti possibile nella corsa alla Casa Bianca. «Faranno tutto il possibile per ritardare, ritardare, ritardare», ha detto al sito «Politico» Catherine Christian, che ha alle spalle un'esperienza trentennale nell'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan e ora è un avvocato difensore.

La prima indicazione della posizione di Trump arriverà probabilmente martedì, quando verrà fissata una scadenza per le varie mozioni, e a ciò seguirà una serie relativamente rigida di rinvii per le altre fasi del caso. Una di queste scadenze sarà all'inizio di maggio, quando l'ufficio del procuratore distrettuale dovrà fornire tutti i documenti e le prove pertinenti al team legale dell'ex presidente. Nella Grande Mela, intanto, è stata rafforzata da giorni la sicurezza al tribunale di Lower Manhattan dove il tycoon si presenterà martedì pomeriggio: i 36mila agenti della polizia di New York sono in stato di «allerta», anche se proprio il dipartimento ha detto che non ci sono «al momento minacce credibili» per la città.

Non ne è convinta invece la 44enne pornostar che ha fatto cadere The Donald: la sua incriminazione «è monumentale, epica, e sono fiera di me - ha detto al Times -. Ma l'altro lato della medaglia è che ho paura, lui aizza le persone contro di me. E questo evento dividerà ulteriormente gli americani». «Non è più un intoccabile. Se l'è già cavata una volta dopo aver aizzato alla rivolta e creato il caos - ha aggiunto Stormy Daniels -. Quale che sia l'esito dell'accusa penale ci saranno violenza, feriti e morti».

Per ora i manifestanti pro o contro Trump scesi in strada sono stati poche decine, ma tra due giorni i suoi sostenitori, tra cui la deputata repubblicana (vicina al movimento cospirazionista QAnon) Marjorie Taylor Greene, hanno pianificato di manifestare fuori dal tribunale.

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