È più difficile del previsto trovare la quadratura per far nascere il governo «di unità nazionale» destinato a scalzare dal potere Benjamin Netanyahu dopo dodici anni. L'operazione guidata dal centrista Yair Lapid ha subito ieri una battuta d'arresto quando due degli otto partiti che dovrebbe riunire la coalizione, Yisrael Beytenu e Blu e Bianco, hanno cominciato a litigare sui posti, e su chi deve ricevere i ministeri dell'agricoltura e dell'Aliyah e Integrazione. Il leader di Blu e Bianco, Benny Gantz, ha chiesto anche che uno dei membri del suo partito sia inserito nel comitato per le nomine giudiziarie. «Mi chiedo se la sua guerra santa per il portafoglio agricolo sia una scusa per smantellare il blocco del cambiamento», ha tuonato Avigdor Lieberman, leader di Yisrael Beytenu.
È dovuto intervenire Lapid in prima persona per placare gli animi. «Ci sono ancora molti ostacoli» sulla formazione del nuovo governo, ha ammesso, ma si è detto fiducioso che possano essere presto risolti. «Questo è il nostro primo test - ha spiegato -: dobbiamo vedere se insieme possiamo trovare compromessi intelligenti per raggiungere l'obiettivo più grande». «Se questo governo sarà formato - ha aggiunto - la parola chiave sarà responsabilità. Riportare quiete». E ha proseguito: «Se volete capire perché dobbiamo cambiare la leadership in Israele, ascoltate il discorso di Netanyahu. Pericoloso e pazzo, di qualcuno che non ha più limiti».
Netanyahu non si è arreso e intende combattere fino alla fine. Il presidente dello Shas, il partito religioso sefardita suo fedele alleato, e ministro degli interni Arye Deri, ha descritto Bennett come «un ragazzino» con pretese di grandezza. E poi ancora il portavoce di Deri ha precisato dopo un tweet del Likud che Shas «è convinto con assoluta fiducia che sia possibile formare immediatamente un governo di destra di 65 parlamentari». L'idea è di rilanciare l'alleanza tra Likud, Shas, Utj, Religious Zionist Party, Yamina e Nuova Speranza di Saar. «Facciamo appello a Bennett, Ayelet Shaked, Saar e Zeev Elkin un'ultima volta ha scritto poi lo Shas -: non date la mano alla creazione di un governo di sinistra che metterà in pericolo la Terra di Israele e la Torah. È una vergogna che non sarà mai dimenticata». Saar ha però insistito sul fatto che il suo partito è intenzionato a rimuovere Netanyahu dal potere e ha rifiutato già domenica l'offerta di Bibi della rotazione a tre nella premiership.
Saar, uscito dal Likud per creare il suo partito Nuova speranza, ha fatto anche notare come «la macchina stia lavorando a pieno regime» per screditare il potenziale governo e ha citato l'ex primo ministro del Likud Menachem Begin, avvertendo che un partito unico che governa troppo a lungo «porta alla corruzione». Il Likud invece ha poi concluso con un tweet: «La sinistra non è riuscita a tornare al potere per due decenni, e poi sono arrivati Bennett e Saar».
Nel frattempo il leader politico di Hamas Yahya Al Sinwar ha dichiarato che l'organizzazione è pronta per «negoziati immediati» per raggiungere uno scambio di prigionieri con Israele. Sinwar ha rilasciato il suo commento in seguito a un incontro con il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel che aveva già incontrato Netanyahu e il presidente palestinese Abu Mazen.
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