Tremila uomini, 1.100 mezzi terrestri, una nave da guerra e oltre 20 assetti aerei. La fotografia dell'impegno italiano sul fianco Est della Nato, la più esposta e delicata dopo l'invasione russa dell'Ucraina, è stata tratteggiata ieri dal generale Francesco Paolo Figliuolo a capo del Comando Operativo di Vertice Interforze, nel corso di un'audizione sulle missioni internazionali davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.
In Europa è il fronte più caldo e i piani della Nato prevedono di schierare 300mila uomini se il confronto con i russi rischiasse l'irreparabile. In maggio la Polonia ospiterà esercitazioni Nato con 90mila soldati e i piani ipotizzano di schierarne altri 200mila nel giro di un mese se la partita si facesse veramente dura.
Nel frattempo l'Italia fa la sua parte. Sul fronte dei cieli possiamo schierare un massimo di «300 militari e 12 aerei con schieramento a rotazione tra Polonia, Lituania e Romania» ha annunciato Figliuolo. Per ora siamo presenti nell'aeroporto di Malbork, a pochi chilometri dall'enclave russa di Kaliningrad, sul territorio polacco, con circa 220 militari e 4 caccia bombardieri Eurofighter.
«Da inizio anno sono stati effettuati 8 decolli immediati reali, i cosiddetti Alfa-Scramble, per monitorare le attività degli aerei russi al confine dello spazio aereo dell'Alleanza» ha rivelato il generale. Gli ultimi il 29 marzo quando i nostri piloti, decollati assieme ai caccia polacchi, hanno intercettato due velivoli russi sul Mar Baltico. Una delle arre di contatto più delicate: «Nel dominio terrestre, va evidenziato l'impegno nell'area baltica per il potenziamento di una presenza avanzata» ha spiegato Figliuolo. L' operazione Forward Land Forces con un contingente di circa 290 militari «a supporto di un'unità multinazionale a livello di reggimento, un Battlegroup, a guida canadese, schierato in Lettonia».
Dall'ottobre 2022, pochi mesi dopo l'invasione russa dell'Ucraina, abbiamo assunto il ruolo di nazione guida di un altro gruppo di battaglia della Nato in Bulgaria. Al nostro comando abbiamo militari di Albania, Grecia, Montenegro, Nord Macedonia, Turchia e Stati Uniti.
Il generale ha annunciato che diventerà una brigata con immissione di ulteriori componenti specializzate dell'Esercito e della componente ad ala rotante». Tradotto significa che manderemo sul fianco Est della Nato anche gli elicotteri. Due giorni fa «abbiamo formalmente concluso l'impegno del nostro sistema di difesa anti-aerea e anti-missilistica Samp-T in Slovacchia ha rivelato Figliuolo. In Ungheria schieriamo 250 uomini dell'unità multinazionale. E aiutiamo Kiev anche nell'addestramento: «Nel 2023 sono stati effettuati 42 corsi in Italia a favore di 1420 ucraini».
Il comandante del Covi è stato molto chiaro: «Il conflitto in Ucraina, entrato nel suo terzo anno, si conferma un evento spartiacque che ha scosso in profondità le fondamenta stesse del sistema internazionale».
Il generale sottolinea che «con il proseguire della guerra cresce la volontà di rafforzare le politiche di difesa dei singoli Paesi e la postura di deterrenza delle organizzazioni internazionali di riferimento, la Nato e l'Ue».
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