Ius soli, il Pd: "Al voto solo con numeri certi". Ma il governo rischia di implodere

Fibrillazioni in maggioranza. Il ministro Costa minaccia: "Se c'è la fiducia lascio". Il Pd: "Al voto solo con numeri certi". Ma Renzi cerca l'incidente per far cadere il governo

Ius soli, il Pd: "Al voto solo con numeri certi". Ma il governo rischia di implodere

"Se c'è la fiducia (sullo ius soli, ndr), lascio". Il ministro agli Affari regionali, Enrico Costa, sembra pronto ad andare fino in fondo. Tutto dipende da Matteo Renzi e fino a dove vuole spingersi. Le eventuali dimissioni di Costa potrebbero, infatti, mettere davvero in crisi il governo provocando quell'incidente di percorso che il segretario del Pd sta cercando da tempo per andare al voto anticipato. "Il governo non rischia la crisi né sullo ius soli né su altri provvedimenti - ammette il presidente dei senatori dem, Luigi Zanda - naturalmente al Senato ogni votazione è complessa...". Non a caso il responsabile comunicazione del Pd, Matteo Richetti, mette in chiaro che il partito è pronto "ad andare fino in fondo" ma solo se avrà "numeri certi" in entrambi i rami del Parlamento.

Sulla legge che regala la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in italia, il Pd è disposto a seguire le indicazioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. "Noi vogliamo lo ius soli e siamo pronti ad andare fino in fondo", è il ragionamento di Richetti, ma solo se avrà "numeri certi" in entrambi i rami del Parlamento. "Negli ultimi sei mesi di legislatura vanno avanti le leggi che hanno ragionevole certezza di avere il consenso in entrambe le Camere", ha detto il responsabile comunicazione del Pd infastidito dalla minaccia di dimissioni di Costa in caso di fiducia sul provvedimento. Le prossime ore saranno decisive. I dem, almeno a parole, dicono di non voler "creare inciampi e ostacoli al governo". Ma la fretta di Renzi di mettere la fiducia su un provvedimento tanto divisivo rischia di far saltare la maggioranza e, quindi, l'esecutivo.

Lo scossone è arrivato nelle scorse ore dal ministro agli Affari regionali. "Lascerò per coerenza - spiega Costa a Repubblica - sono già stato l'unico a non votare la riforma del processo penale. Non posso non votare un'altra volta la fiducia rimanendo tranquillamente al mio posto". Lunedì, o al più tardi martedì prossimo, ci sarà un Consiglio dei ministri vitale per il futuro del governo. Secondo voci vicine a Palazzo Chigi, in quell'occasione Gentiloni dovrebbe dare disco verde alla fiducia. Nell'esecutivo, a osteggiarla, c'è anche il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin.

Bisogna solo vedere se i "dissidenti" sapranno far sentire la propria voce. Dal canto suo Zanda ha assicurato che "non c'è alcuna ipotesi di rinvio. Il provvedimento sarà votato entro la pausa estiva". Non resta che vedere se lo faranno forzando la mano. Proprio come vuole Renzi.

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