Kandahar, parata della vittoria. Pronto il governo dei talebani: Akhundzada il leader supremo

Haibatullah Akhundzada sarà nominato supremo leader dell'Emirato afghano, come "al Amirul Momineen" il capo di tutti i credenti, sullo stile di Alì Khamenei nell'Iran sciita anche se i talebani sono sunniti

Kandahar, parata della vittoria. Pronto il governo dei talebani: Akhundzada il leader supremo

Haibatullah Akhundzada sarà nominato supremo leader dell'Emirato afghano, come «al Amirul Momineen» il capo di tutti i credenti, sullo stile di Alì Khamenei nell'Iran sciita anche se i talebani sono sunniti. Erede di mullah Omar, fondatore del movimento, dovrebbe essere formalmente anche capo del governo, ma l'esecutivo sarà di fatto guidato dal cofondatore dei talebani, mullah Abdul Ghani Baradar.

L'annuncio della nomenklatura del nuovo Emirato potrebbe arrivare anche prima del prossimo venerdì di preghiera. E Akhundzada dovrebbe apparire in pubblico. A Kandahar, la capitale spirituale dei talebani, è andata in scena la parata della «vittoria» con centinaia di gipponi blindati americani sequestrati dagli studenti guerrieri. Sulle antenne dei mezzi sventolavano le bandiere bianche con i versetti in nero del Corano del nuovo Emirato. Un elicottero Black Hawk volteggiava in cielo. A Khowst, un'altra città roccaforte, i talebani hanno inscenato il funerale della coalizione internazionale con bare vuote avvolte da bandiere della Nato, americane, francesi e inglesi. Il nome di battesimo di Akhundzada, che ha circa 60 anni, significa «dono di Allah». Più religioso, che combattente, fa parte della vecchia guardia che ha partecipato alla guerra santa contro l'invasore sovietico negli anni ottanta. Nel primo emirato è stato figura di spicco dei tribunali islamici che lapidavano le donne adultere e tagliavano le mani ai ladri. Dal 2016 è a capo dei talebani dopo l'eliminazione di Akhtar Mohammad Mansour in un attacco di droni americani.

Il suo nuemro due, Baradar (fratello), fece scappare in motocicletta mullah Omar nel 2001, per evitare la cattura dopo il crollo del primo emirato. Nel secondo potrebbe ricoprire anche l'incarico di ministro degli Esteri. Altre figure forti saranno i giovani vice emiri mullah Mohammad Yaqoob, figlio del fondatore dei talebani, probabile ministro della Difesa. E Sirajuddin Haqqani forse agli Interni, che guida la rete specializzata in attentati suicidi con una taglia americana sulla testa di 5 milioni di dollari. Le donne nell'esecutivo avranno «un ruolo meno importante» ha spiegato Sher Abbas Stanekzai, numero due dell'ufficio politico dei talebani in Qatar. E non sarebbero previsti personaggi che hanno avuto incarichi di potere negli ultimi 20 anni di presenza Nato. Il governo «inclusivo» più volte annunciato dai talebani rischia, così, di diventare di facciata. Non mancheranno i problemi per il nuovo esecutivo dell'Islam duro e puro. Nella notte di martedì sono scoppiati violenti scontri fra la resistenza nel Panjsher di Ahmad Massoud ed i talebani che cercavano di entrare nella valle. Amir Khan Muttaqi, alto esponente dei fondamentalisti, ha intimato la resa: «Siete circondati. Unitevi all'Emirato islamico ed evitate una guerra».

Almeno 100mila afghani che hanno collaborato con la Nato sono ancora in fuga e la comunità internazionale preme sui talebani per dei corridoi umanitari. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha lanciato l'allarme: «Una catastrofe umanitaria incombe in Afghanistan. Quasi la metà della popolazione ha bisogno di assistenza».

Secondo l'Onu le scorte di cibo per 18 milioni di persone, che vivevano con gli aiuti occidentali, si esauriranno a fine mese. Durante un incontro segreto con i vertici talebani, Richard Moore, capo dell'M I6, l'intelligence britannica, ha avvisato che non arriveranno aiuti fino a quando l'Emirato sarà alleato di Al Qaida.

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