Kherson città chiave della controffensiva ucraina

Zelensky sicuro: "Liberazione vicina". Il Sud resta il nodo decisivo

Kherson città chiave della controffensiva ucraina

Le sorti del Donbass sono appese a un filo, ma Zelensky negli ultimi giorni sta dirigendo i suoi sforzi per liberare il Sud dell'Ucraina dai russi. Kherson è diventata la città strategica per eccellenza. Riconquistarla significherebbe decapitare la testa di ponte che Putin ha in mente per creare un corridoio di terra fino alla Transnistria, tagliando Kiev dal controllo del Mar Nero e mettendo al tempo stesso le mani sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia. La prima e finora unica grande località ucraina catturata dalle forze di Mosca lo scorso 3 marzo è al centro di importanti disegni militari e politici.

Zelensky è convinto che i soldati di Putin sono riusciti a conquistarla così facilmente perché gli agenti dell'intelligence non fecero saltare in tempo il ponte Antonovskiy che attraversa il fiume Dnipro, permettendo alle truppe di entrare in città. Un errore tattico che ha portato i vertici di governo a licenziare il capo degli 007 Ivan Bakanov, sostituito da Vasyl Maliuk. Kherson ha assistito a ripetute manifestazioni anti-russe negli ultimi mesi e persino ad attacchi contro esponenti dell'amministrazione nominati da Mosca. «Stiamo procedendo verso la vittoria - ha spiegato Zelensky - gli occupanti hanno cercato di prendere piede a Kherson, ma le forze armate dell'Ucraina stanno avanzando passo dopo passo in tutta la regione». In effetti un migliaio di soldati russi si trovano da ieri in una sorta di accerchiamento tattico non lontano dal villaggio di Vysokopillya. Zelensky non nasconde un certo ottimismo, e si dice convinto che la guerra non spezzerà l'Ucraina: «Non ha fermato la vita nel nostro Paese e non lo farà. Di sicuro non ci renderà ostaggi dell'orrore che gli invasori hanno portato. Resisteremo, proteggeremo ciò che è nostro e vinceremo».

Proclami che trovano in parte conferme nel 151º giorno di combattimenti. Nel corso della notte le forze armate ucraine hanno attaccato quattro volte la regione del Donetsk con cannoni e mortai. A essere bombardati sono stati i distretti di Kievsky, Kirovsky e Petrovsky. Sempre nel Donetsk, gli uomini del generale Zaluzhny hanno lanciato razzi con proiettili incendiari contro le aree di Voroshilovsky e Kalininsky. Si segnalano blitz ucraini anche a Melitopol (non distante da Zaporizhzhia), in parte respinti dal sistema di difesa aerea dei russi. I combattenti di Kiev hanno però abbattuto un aereo d'attacco russo Su-25 Grac. Putin avrebbe in questo momento anche problemi in Crimea, dove alcuni battaglioni dei Bars, le cosiddette riserve combattenti, si sarebbero rifiutati di entrare in azione.

Le forze di Mosca hanno attaccato la regione di Sumy (Nord-Est) 12 volte nelle ultime 24 ore, uccidendo una persona. Sempre nel Donbass hanno sganciato bombe su Kostiantynivka e Bakhmut (distruggendo tra l'altro due scuole) e su Novodmytrivka, bombardando un asilo. Gli invasori si sono concentrati con operazioni d'assalto soprattutto nelle zone del Sud del Paese. Due persone sono rimaste uccise e cinque ferite in un attacco sferrato sulla città di Mykolaiv. Nella vicina Korabelnyi quattro missili Kalibr hanno danneggiato edifici residenziali e provocato il ferimento di una decina di persone. Mentre in un altro attacco, che ha martellato le comunità di Halytsynove, Shyroke e Bereznehuvate, due persone avrebbero perso la vita.

Resta molto calda la situazione a Odessa. La Russia afferma di aver distrutto infrastrutture militari ucraine nell'attacco al porto.

Mosca sostiene che si è trattato di un attacco ad alta precisione e la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha dichiarato che nel raid «sono stati distrutti una nave da guerra e un deposito di missili Harpoon forniti dagli Stati Uniti». Per Kiev il bombardamento ha provocato invece la distruzione di hub contenenti grano.

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