Kiev ricuce con i tedeschi. Baerbock presto in visita

Telefonata dopo il disinvito al presidente

Kiev ricuce con i tedeschi. Baerbock presto in visita

Berlino. Un colloquio telefonico di 45 minuti per archiviare gli attriti e le incomprensioni del passato e rilanciare i rapporti sull'asse Berlino-Kiev. Il presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier e il capo dello stato ucraino Volodymyr Zelensky si sono parlati nella giornata di giovedì. La conversazione che palazzo Bellevue ha definito «molto buona e importante» si è conclusa con l'invito da parte di Zelensky al suo interlocutore ma anche al cancelliere tedesco Olaf Scholz di recarsi in visita a Kiev.

Era stato il recente «disinvito» da parte dello staff del presidente ucraino a Steinmeier ad avviare una crisi diplomatica fra le due capitali. Una crisi che si è riverberata sul governo Scholz, non senza imbarazzi per il cancelliere: da una parte i suoi alleati Verdi e Liberali premevano affinché l'esecutivo disponesse l'invio di vecchi carri armati tedeschi (dismessi e riadattati) agli ucraini; dall'altra la Spd del cancelliere voleva che prima venisse lavata l'onta dello schiaffo a Steinmeier. Quando ad aprile il capo dello stato si era detto pronto a visitare Kiev in segno di solidarietà assieme agli omologhi polacco e dei Paesi baltici, gli ucraini risposero con un «no grazie».

Al presidente federale, Kiev rimprovera sia la vicinanza con l'ex cancelliere Gerhard Schröder, diventato il principale piazzista di gas russo in Germania, sia di essere stato ministro degli Esteri di Angela Merkel quando nel 2008 la cancelliera oppose il suo veto all'ingresso dell'Ucraina nella Nato. A marzo, Steinmeier ha riconosciuto l'errore di aver reso la Germania dipendente dal gas russo ma le sue scuse non sono bastate. A esprimere abbondante antipatia nei suoi confronti aveva provveduto nei mesi scorsi l'ambasciatore ucraino a Berlino Andrjj Melnyik boicottando, per esempio, un concerto di solidarietà con l'Ucraina a palazzo Bellevue «perché i solisti erano tutti russi». Nei giorni scorsi il cancelliere Scholz, anche lui trattato a male parole da Melnyik, ha dichiarato per due volte che non si recherà a Kiev fino a quando l'offesa a Steinmeier non sarà lavata. Tanto più, ha ricordato Scholz, che la Germania sostiene con soldi e armi l'Ucraina, oltre ad accogliere 400mila profughi da quel Paese. Zelensky ha mangiato la foglia e abbassato i toni. Secondo Bild, una visita del presidente o del cancelliere a Kiev potrebbe essere organizzata già per il 9 maggio per rovinare la parata della vittoria (sulla Germania nazista) che Mosca celebra in quella data.

Ma i tedeschi non hanno troppa fretta: dopo la telefonata fra i presidenti, il cancelliere Scholz ha annunciato «a breve» una missione a Kiev della ministra degli Esteri Annalena Baerbock. A lei il compito di organizzare una visita senza sgarbi e sgambetti.

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