Kim alza il tiro e lancia un altro super-missile. La condanna degli Usa e i timori di Tokyo e Seul

È il settimo a gennaio, il più potente dal 2017. Gli Stati Uniti: atti destabilizzanti

Kim alza il tiro e lancia un altro super-missile. La condanna degli Usa e i timori di Tokyo e Seul

Kim Jong-un snobba la tregua olimpica di Pechino 2022 e sollecita la riapertura formale del dossier nordcoreano fermo sulla scrivania del presidente Usa Joe Biden con il lancio di un missile balistico intermedio, il più potente dal 2017. Nella giornata dell'amnistia a favore dei condannati per «crimini contro il Paese e il popolo», lo Stato eremita ha mostrato ancora i muscoli con il settimo test del 2022 che fa di gennaio il mese più prolifico di attività missilistica del giovane generale dalla sua salita al potere, a fine 2011. E tutto lascia pensare che le «provocazioni», come le ha definite Seul, possano continuare visto che gli ultimi tentativi di condanna da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sono stati stoppati da Cina e Russia.

Nei prossimi mesi nel Nord si svolgeranno solenni celebrazioni dedicate al nonno e al padre del supremo comandante, rispettivamente per i 110 anni della nascita di Kim Il-sung (15 aprile) e gli 80 anni di Kim Jong-il (15 febbraio), un evento quest'ultimo che cade durante i Giochi invernali di Pechino. Quello di oggi è stato il missile più potente lanciato dalla Corea del Nord dal 2017, hanno riferito i militari di Seul, secondo cui Pyongyang potrebbe presto mettere in atto la minaccia di riprendere i test balistici nucleari o intercontinentali. La Corea del Sud ha fatto sapere di ritenere che il Nord stia seguendo «un percorso simile» a quello del 2017, segnato da forti tensioni intercoreane. Pyongyang «è vicina alla rottura della moratoria autoimposta» su test nucleari e missili balistici intercontinentali, ha affermato il presidente Moon Jae-in in un raro comunicato sul tema. Il comando di Stato maggiore congiunto di Seul ha spiegato di aver «rilevato un missile balistico a raggio intermedio lanciato ad angolatura elevata verso est», sparato dalla provincia settentrionale di Jagang, da dove il Nord ha lanciato il 5 e l'11 gennaio quelli che sostiene essere missili ipersonici.

Il vettore ha raggiunto un'altitudine massima di 2mila km e ha percorso circa 800 km in 30 minuti prima di cadere nel mar del Giappone. L'ultimo missile simile testato da Pyongyang risale al 2017: l'Hwasong-12 coprì 787 km salendo a un'altitudine massima di 2.111 km. Gli analisti calcolarono una gittata potenziale di 4.500 km, sufficiente per raggiungere l'isola americana di Guam, nel Pacifico. Anche il Giappone ha avvalorato l'ipotesi del missile a raggio intermedio: il ministero della Difesa ha postato una mappa con l'area stimata di inabissamento, fuori dalla zona economica esclusiva. Tokyo ha accusato il Nord di «minacciare la pace e la sicurezza», ha tuonato il portavoce del governo Hirokazu Matsuno. Dura la condanna Usa, con l'invito a Pyongyang ad astenersi da ulteriori atti «destabilizzanti».

Il Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti ha ribadito in una nota l'impegno «irremovibile» per la difesa della Corea del Sud e del Giappone. Per il presidente Biden si profila una nuova grana in politica estera, in aggiunta a quelle già complicate poste dalla Russia, dall'Iran e, a vario titolo, dalla Cina.

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