Dal lago d'Iseo appello in nome di Christo: «Venite solo se il cielo promette bel tempo»

Code e disagi. Anche ieri passerella evacuata per colpa del meteo avverso

Nino Materi

Come dopo la visione della fantozziana Corazzata Potemkin, anche per l'opera di Christo segue dibattito. Ma The Floating Piers è arte?

Premesso che la domanda ha la stessa arguta rilevanza del chiedersi se Edwige Fenech è di destra o di sinistra, non ci sottraiamo al tristissimo cineforum (anzi, arteforum). La risposta all'ozioso quesito (quello su The Floating Piers, mica su Edwige) è: «sì». Non tanto perché Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi sostengono il contrario (benché già questa potrebbe essere un'ottima ragione), ma soprattutto perché un'istallazione che mobilita, in soli due giorni, oltre 40 mila persone, non può che essere definita «capolavoro». Capolavoro di furbizia, si dirà. Ma cos'è la furbizia (quando portata a livelli sublimi, come nel caso dell'Iseo) se non la più sofisticata delle arti? Un business di altissimo profilo costato alla coppia Christo-Beretta (quello dei fucili, principale sponsor della visionaria passerella lacustre) un pacco di milioni: somma ingente che però, grazie all'indotto di Floatin Piers, farà guadagnare, in immagine, molto di più al guru della land art e al re delle armi di qualità. Se è vero infatti che l'accesso alla passerella è gratuito, non così l'ingresso alla mostra dei progetti preparativi all'istallazione christologica. Un «ponte» ideale che parte da Brescia (la mostra è visitabile al Museo di Santa Giulia) e arriva fin sul lago unendo, attraverso un serpentone galleggiante di tessuto giallo-arancione, i paesi di Sulzano, Monte Isola e l'isola privata di San Paolo). Un'impresa meravigliosamente titanica. Non a caso del «miracolo» di Christo e del suo magnate locale (la villa sull'isola di San Paolo è della famiglia Beretta) stanno infatti parlando i media di tutto il mondo: circostanza che per un artista e un industriale rappresentano dei valori aggiunti ben superiori a quelli immediatamente monetizzabili.

Poco importa a questo punto che la sfiga continui a remare contro. Alla fine anche lei ne uscirà sconfitta. Benché anche ieri si sia tolta la sua piccola, maligna, soddisfazione: alle 14.30 un nuovo allarme meteo ha costretto infatti gli organizzatori a far evacuare i visitatori, costretti repentinamente a tornare sulla terraferma. L'ennesima beffa in una giornata che si era già aperta in maniera turbolenta con treni fermi e navette in tilt. Segno che il progetto interessa turisti italiani e stranieri, ma che il territorio fatica a digerire la pressione di così tanti visitatori.

Nelle prime ore del mattino - dopo una nottata in cui le passerelle sono rimaste chiuse, di nuovo, causa maltempo - la prefettura aveva bloccato

le corse dei treni per due ore nel tentativo di alleggerire la pressione.

A tarda sera gli organizzatori lanciavano un appello in nome di Christo: «Ci vediamo domani, ma mettetevi in viaggio solo se in cielo c'è il sole».

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