Il premier Giorgia Meloni ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a proposito degli attacchi ripetuti che hanno messo a repentaglio l'incolumità e l'operatività delle forze Unifil. Meloni ha ribadito al suo omologo come la missione di peacekeeping presente da decenni in Libano agisca sotto diretto mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, pertanto è necessario che la sicurezza del personale coinvolto sia sempre garantita. Secondo quanti riferisce l'ufficio del leader israeliano, Netanyahu ha dichiarato che "dopo le atrocità del 7 ottobre, Israele non permetterà mai più a un'organizzazione terroristica genocida di avvicinarsi ai nostri confini. Né a Gaza né in Libano".
Il contenuto della telefonata Meloni-Netanyahu
Sono infatti a quota cinque i caschi blu rimasti feriti negli attacchi delle Idf questa settimana. Nella conversazione, Meloni ha ribadito la necessita di lavorare alla de-escalation nell'area su base regionale, sottolineando la disponibilità italiana-in quanto presidenza di turno del G7-a cooperare affinché si possa lavorare in questa direzione. Nella conversazione, resa nota da Palazzo Chigi, Meloni "ha ribadito l'inaccettabilità che Unifil sia stata attaccata dalle forze armate israeliane, ricordando come la Missione agisca su mandato del Consiglio di Sicurezza per contribuire alla stabilità regionale".
Quanto alle ragioni addotte da Tel Aviv per l'attuale operazione di terra oltreconfine, prosegue la nota, Meloni "ha rinnovato l’impegno dell’Italia in questo senso, dicendosi convinta che attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701 si possa contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e garantire il ritorno a casa di tutti gli sfollati".
Le reazioni del panorama politico italiano
Sulla vicenda, alla luce del nuovo incidente di oggi, è tornato anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto: "L'incidente" di questa mattina con 2 carri armati Merkava delle Forze di Difesa Israeliane che hanno forzato l'ingresso principale di una base avanzata di Unifil, appartenente al contingente ghanese, situata lungo la Blue Line "costituisce un atto inaccettabile nei confronti della Forza di pace delle Nazioni Unite, il cui mandato è orientato esclusivamente al mantenimento della stabilità e della sicurezza nell'area".
La segretaria del Partito Democatico Elly Schlein ha dichiarato che "Dopo i violenti attacchi dei giorni scorsi alle postazioni Unifil, oggi l'ennesimo sconfinamento di carri armati dell'Idf verso le posizioni delle forze di pace dell'Onu, che in questi anni, con il contributo fondamentale dei militari italiani, hanno svolto un lavoro prezioso nella regione. Netanyahu va fermato, le sue azioni criminali non possono essere più tollerate [...] chiediamo al governo italiano di riconoscere subito lo Stato di Palestina come già hanno fatto altri paesi europei come Spagna, Norvegia e Irlanda, per iniziare a costruire la soluzione dei due popoli, due Stati".
Anche l'ex premier Romano Prodi ha espresso a In mezzora su Rai 3 il suo rammarico per la situazione sul campo: "Netanyahu ha superato il limite. Aveva, d'altra parte, dichiarato persona non grata il segretario Onu, siamo arrivati a un punto incredibile. L'atteggiamento di Netanyahu è quello di Israele contro tutto il mondo. E' chiaro che vuole approfittare di questo intervallo in cui gli Stati Uniti sono paralizzati dalla data elettorale, per dimostrare la forza assoluta di Israele che diventa arbitro di tutto il Medioriente".
Lo Stato Maggiore della Difesa: Unifil resta dov'è
Oggi è intervenuto sulla vicenda anche il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, intervenendo a In mezzora in onda su Rai3: Portolano ha infatti sottolineato la reazione di sorpresa di fronte alle richieste di Israele, poichè la missione 1701 è accettata da entrambi i Paesi, da Libano e Israele, caschi blu compresi. "Si rimane fino a disposizione contraria da parte dell'Onu, nessuna decisione unilaterale ci può essere. Gli italiani fino a nuova comunicazione del premier e del ministro della Difesa resteranno dove sono. La situazione costringe i nostri peacekeeper a restare nei bunker", ha affermato il generale.
Unico neo della missione, secondo il suo parere, le regole di ingaggio: "Unifil opera sulla base di un mandato che io ritengo adeguato, ciò che non è adeguato e che molto spesso mi ha creato frustrazione anche nei confronti della popolazione locale sono le regole di ingaggio che non sono proporzionali ai compiti assegnati alla forza, tra cui la capacità e la necessità del disarmo tutti i gruppi armati in Libano".
Le richieste di Tel Aviv all'ONU
Dopo giorni di attacchi, tensioni e polemiche, Netanyahu è tornato sulla questione: i caschi blu di Unifil, a suo dire, si sono trasformati in "scudi umani" per le milizie di Hezbollah per questo, ha aggiunto rivolgendosi al Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, il loro ritiro deve essere ordinato "adesso, immediatamente". "È ora di ritirare l'Unifil dalle roccaforti di Hezbollah e dalle zone di combattimento", ha affermato Netanyahu in una dichiarazione ufficiale indirizzata al Segretario generale. Netanyahu ha ricordato che le Idf hanno già avanzato questa richiesta che è stata "costantemente respinta", un rifiuto "interamente finalizzato a fornire scudi umani ai terroristi Hezbollah". Il suo rifiuto di ritirare le forze dell'Unifil rende, a suo dire, i militari ostaggio di Hezbollah e metterebbe in pericolo anche la vita dei soldati israeliani.
Anche il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha accusato Hezbollah di usare le postazioni Unifil come copertura, durante la conversazione di ieri sera con il suo omologo americano Lloyd Austin. Gallant, riferisce il ministero della Difesa israeliano, ha sottolineato che mentre affronta questa significativa sfida operativa, l'Idf continuerà ad adottare misure per evitare danni alle truppe Unifil e alle postazioni di peacekeeping.
Ora, però, i timori di un’escalation tra le Idf e le forze Onu-un vero paradosso- inizia a preoccupare fortemente anche Washington: l'ufficio di Austin ha affermato di esprimere "profonda preoccupazione" per gli attacchi.
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