Coast to coast in bicicletta: la (quasi) impresa di Omar Di Felice in Antartide

Nel territorio più estremo del globo, l'atleta italiano ha pedalato con temperature anche di meno 25 gradi, dovendo rinunciare a concludere la sua traversata soltanto nel tratto finale

Instagram Omar Di Felice
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Il telefono satellitare che gracchia non lontano dal Polo Sud restituisce una voce affaticata, ma gioiosa. L'esterno giorno, dove si trova lui in compagnia della sua bicicletta, è sferzato da venti glaciali: si passa dai meno 10 ai meno 25 gradi. A terra giace un letto di rete farinosa. Come pedalare sulla sabbia, una fatica immane. Lui è Omar Di Felice ed è appena stato costretto a mollare un'impresa di una follia poetica. Pedalare dal Cile al Polo Sud, attraversando il posto più estremo del globo, l'Antartide.

Omar è un atleta estremamente preparato. Questa non è la sua prima grande sfida, ma di certo pare una delle più complesse. Fine novembre del 2023. Parte in aereo verso la missione. Non servono in fondo molte troppe cose per tentare l'assurdo percorso: una tuta termica, provviste, una tenda capace di resistere al gelo e, appunto, la sua fidata bici. Gomme e fibra adatte alla situazione. Contano molto di più l'allenamento fisico, quello alle temperature potenzialmente mortali, il cuore e il coraggio.

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Concetti che tuttavia rischiano di diventare fumosi quando ti ritrovi completamente da solo nel bel mezzo di una landa pallida, desolata, rimpinzata soltanto di neve e ghiaccio. Omar ha studiato bene il percorso. Ne conosce le insidie. Una delle peggiori, oltre al freddo lancinante, è rappresentata dai terrificanti venti catabatici, quelli che scendono feroci da montagne o colline e che dunque assumono una forza devastante.

Avvolto nella sua tuta giallo fosforescente, Di Felice non si lascia scoraggiare. Il nevischio costante appanna la visiera dei suoi occhiali, ma l'incedere è costante. Quasi irrefrenabile. Quasi, appunto, perché il cattivo tempo che già lo aveva costretto a rimandare di alcuni giorni la partenza ripresenta il conto. Ad un certo punto del suo viaggio, Omar è costretto a passare qualche giorno chiuso in tenda. Proseguire è impossibile.

Poi uno spiraglio. Il cielo continua ad essere di un acciaio tiepido e la minaccia è costante. Ma si può riprendere a pedalare. L'atleta estremo italiano lo farà per la bellezza di 716,5 km ed un totale di 48 giorni, prima di dover deporre le armi. Quando si trova non troppo distante dal Polo Sud, viene richiamato dalle autorità. Le condizioni di quel tratto finale sono assolutamente impraticabili. Omar se n'è accorto già da solo, mentre le ruote della sua bici sprofondavano nel manto bianco e la sua figura oscillava sospinta dalla correnti d'aria.

Nel momento in cui viene prelevato, la delusione è un sentimento dilaniante. Eppure Di Felice sa che, già così, è riuscito a materializzare un sogno alla portata di pochissimi esseri umani. Arrivato alla base, dirà: "Ho vissuto l'esperienza più incredibile della mia vita - ha commentato Omar dal telefono satellitare -, realizzando il mio sogno più grande, ma, soprattutto, ho imparato una cosa: il vero obiettivo è stato ciò che l'Antartide mi ha lasciato dentro. Sono orgoglioso di ogni singolo metro di questi 716,5 km percorsi, vivendo costantemente tra - 10ºC e - 25ºC, affrontando i feroci venti catabatici. Per 48 lunghissimi giorni ho vissuto ed esplorato il luogo più estremo del Pianeta.

Ho pedalato, spinto, sofferto. Ho riso, pianto, gioito. Il punto di arrivo è solo un dettaglio. Sono riuscito a rimanere qui fino all'ultimo secondo che mi è stato concesso, senza mai mollare neanche nei momenti più duri: ho dato tutto."

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