"L'allarme fascismo? È un falso problema". Ecco il vero errore della sinistra

Demonizzare l'avversario? È controproducente e illogico. Il fascismo? È un riferimento storico, che appartiene al passato. La lezione dello scrittore ebreo Marek Halter

"L'allarme fascismo? È un falso problema". Ecco il vero errore della sinistra

Ci sono poche persone al mondo che possono permettersi di parlare di fascismo e nazismo con la stessa autorevolezza di Marek Halter. Lo scrittore ebreo-polacco fuggì infatti nel 1940 dal ghetto di Varsavia trovando rifugio in Unione Sovietica, prima di trasferirsi a Parigi nel 1950. Oggi Halter smonta pezzo per pezzo la narrazione di una sinistra senza idee sullo spauracchio del ritorno del fascismo - in assenza di fascismo - che anima anche la campagna elettorale italiana. Emergenza che, magicamente, riaffora immancabilmente ad ogni tornata elettorale, che si tratta di Giorgia Meloni o di Marine Le Pen in Francia, passando per i Paesi di Visegrad, demonizzati o decantati a seconda delle contigenze del momento (basti ricordare a come il coro del pensiero unico si riferiva alla Polonia prima e dopo l'invasione russa dell'Ucraina). Perché la sinistra contemporanea sembra avere bisogno di un nemico da demonizzare per sopravvivere.

Lo scrittore smonta l'isteria della sinistra

E questo accade, solitamente, a chi è in crisi d'identità e di idee. Queste due parole, "fascismo e oggi", afferma lo scrittore in un'intervista rilasciata a Il resto Del Carlino - Quotidiano Nazionale, non possono stare insieme. Il fascismo è un riferimento storico, qualcosa che appartiene al passato, di cui si parla spesso a vanvera. Il fascismo per me è Mussolini, è Hitler, è la guerra mondiale, è la caccia agli ebrei e agli oppositori politici, è il sangue, lo sterminio, la distruzione" ricorda.

Gli spin doctor del Pd e il segretario dem Enrico Letta prendano nota. Demonizzare gli avversari come stanno facendo i dem con Giorgia Meloni non è solo inutile, ma è anche controproducente. Perché fa passare l'avversario come vittima. Pertanto, come spiega lo stesso Halter, le accuse di fascismo rappresentano un modo per demonizzare, ma "un partito rappresentato in Parlamento non può al tempo stesso stare dentro e fuori rispetto allo schieramento democratico". Puoi combatterlo, puoi criticarlo, "puoi contestarlo in mille modi perché questa è l’essenza della democrazia: ma demonizzarlo no, è sbagliato, è illogico. Oltretutto è controproducente perché permette all’avversario di atteggiarsi da vittima" spiega il celebre scrittore della medesima intervista.

"Meloni non ha scheletri nell'armadio"

L'intellettuale ebreo, autore di numerosi saggi di successo, sottolinea come alla sinistra manchi "una forza di attrazione". Se l’estrema destra cresce è perché è diventata più abile, più furba. Il partito di Marine Le Pen "si è umanizzato, non commette gli errori del vecchio Jean-Marie Le Pen ed è votato anche dagli operai e dalle classi sfavorite". Secondo Halter, questo accade anche in Italia: "Giorgia Meloni in più ha il vantaggio di non uscire da una famiglia di razzisti e di fascisti. Non ha scheletri nell’armadio".

La sinistra italiana, insomma, non sembra aver compreso la lezione francese: più la sinistra feancese ha demonizzato Marine Le Pen, più lei è cresciuta, soprattutto in quell'elettorato popolare che un tempo guardava proprio a sinistra.

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