Il leader dei ceceni: "Presa Lysychansk". Rischio pena di morte per altri due inglesi

Annuncio di Kadyrov, ma Kiev lo smentisce. I volontari britannici catturati dai filo-russi

Il leader dei ceceni: "Presa Lysychansk". Rischio pena di morte per altri due inglesi

I filo-russi annunciano la presa di Lysychansk, la città gemella di Severodonetsk nell'Ucraina sud-orientale rimasta l'ultimo avamposto per l'occupazione del Lugansk. È il leader ceceno Ramzan Kadyrov, schierato con Mosca, a scrivere su Telegram che l'esercito è già nel centro della città. In serata il portavoce militare dell'autoproclamata repubblica della regione, Andrei Marochko, fa sapere che il palazzo dell'amministrazione cittadina è sotto il controllo russo. La Guardia nazionale di Kiev, però, smentisce l'accerchiamento, spiegando che nei pressi della città sono in corso duri combattimenti, ma è ancora in mano ucraine. Certo ora che i russi hanno lanciato l'offensiva finale, la situazione è più che mai difficile. «Le case private nei villaggi attaccati stanno bruciando una ad una. Con una così alta densità di bombardamenti, abbiamo solo il tempo di recuperare i feriti», spiega il governatore del Lugansk, Sergei Gaidai. I civili vivono rintanati sotto terra, senza acqua e medicinali. Impossibile ormai pensare di evacuarli. «Lysychansk è sotto un bombardamento pesante e continuo. È circondata, vogliono che diventi la loro prossima Mariupol. Chi è rimasto chiede farmaci per curare lo stomaco perché l'acqua è sporca e la gente si ammala. Le persone sono disperate», spiega il padre salesiano Oleh Ladnyuk. Secondo il report dello Stato Maggiore ucraino, i militari russi «stanno cercando di prendere il controllo del tratto dell'autostrada Bakhmut-Lysychansk in direzione Lysychansk, ma non ci stanno riuscendo». Mentre verso Sloviansk provano a condurre operazioni di assalto e a migliorare la loro posizione tattica. «Il nemico - spiega lo Stato Maggiore - sta concentrando i suoi sforzi nell'accerchiamento delle nostre truppe nella regione di Lysychansk, stabilendo il pieno controllo del Luhansk. Conduce operazioni d'assalto con l'obiettivo di bloccare il supporto logistico delle nostre unità. Allo stesso tempo, ha intensificato le operazioni di combattimento verso Kramatorsk». Anche le regioni meridionali e settentrionali dell'Ucraina sono sotto attacco, comprese le aree di confine di Sumy e Chernihiv. Nei pressi di Sumy, in particolare, sono stati sparati in 24 ore oltre 270 missili di vario calibro, che hanno provocato molti danni alle infrastrutture civili.

Dopo quelle lanciate venerdì su Mykolaiv, altre bombe a grappolo sono piovute ieri su Sloviansk, nel Donetsk, uccidendo 4 persone. Lo ha annunciato il capo dell'amministrazione militare-civile della città di Sloviansk, Vadym Lyakh, spiegando come funzionano questi proiettili micidiali: «Si aprono sopra la testa, come fuochi d'artificio, ma invece della bellezza, portano la morte. Non causano la distruzione totale degli edifici, ma sono molto pericolosi. Il 90% delle persone uccise e ferite era per strada». Lyakh ha invitato quindi i residenti della città a non lasciare le abitazioni «senza necessità urgenti e ad evitare assembramenti di persone». Da domani inoltre nella regione tornerà il coprifuoco. A Kremenchuk, intanto, i soccorritori ucraini hanno trovato i resti di altri 29 corpi tra le macerie del centro commerciale colpito lunedì da missili russi mentre all'interno si trovavano circa mille persone. Finora il bilancio era di almeno 19 morti e di oltre 60 feriti. Un attacco che la propaganda russa ha cercato di smentire, sostenendo che l'obiettivo erano dei magazzini contenenti armi e munizioni e che il mall avrebbe preso fuoco come conseguenza dell'esplosione.

Di ieri infine la notizia che due cittadini britannici catturati dai russi sono stati accusati di essere mercenari e rischiano di essere condannati a morte come già accaduto ad altri due connazionali fatti prigionieri nel Donbass a giugno.

«Condanniamo lo sfruttamento dei prigionieri di guerra e dei civili per scopi politicia. Siamo in costante contatto con il governo ucraino sui loro casi e sosteniamo l'Ucraina nei suoi sforzi per farli rilasciare», ha detto un portavoce del ministero degli Esteri britannico.

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